di Francesco Silla
Ieri sera il consueto appuntamento del giovedì di Zoom, programma di approfondimento politico condotto dal direttore di Cronache Fermane e Radio Fm1, Giorgio Fedeli, è stata un’occasione per fare un bilancio del mandato del presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Fermo, Stefano Chiodini, e parlare a 360 gradi di temi che riguardano l’avvocatura e il sistema giudiziario.
«È stato un mandato impegnativo – ha esordito – Abbiamo vissuto due anni “pieni”, caratterizzati dalla pandemia. Soprattutto i primi tre mesi sono stati difficili. Fortunatamente il Covid, mettendoci con le spalle al muro, ci ha infuso forza ed energia, compattandoci sia come consiglio che come gruppo. Come Ordine avevamo il dovere di dare risposte e consigli a tutta la categoria e in quegli anni non è stato facile. Abbiamo cercato di essere sempre presenti per tutti e con tutti. C’è stato inevitabilmente un rallentamento, in quei mesi iniziali, di tutte le procedure. Sono comunque contento di come l’abbiamo gestita e quindi ritengo positivo il bilancio del mio mandato. Sicuramente il continuo susseguirsi di decreti non ha aiutato nella gestione dell’ordinario. Ma c’è anche da dire che la pandemia è stata un evento completamente inaspettato. Sono stati certamente fatti degli errori a livello politico così come da noi, ma una situazione come quella che abbiamo vissuto è stata particolare e nuova per chiunque. Fortunatamente il gruppo si è compattato e ha portato avanti l’organizzazione».
Virando poi, più in generale, sull’idea che si è fatto di Fermo e dei fermani: «C’è stata un’ottima risposta dalla popolazione fermana. È stata una fortuna vivere questo momento con un sindaco collega, e quindi lavorare in sinergia con l’amministrazione, il Comune e le forze di polizia ha certamente aiutato molto. Qualcuno che ha fatto delle resistenze durante i cambiamenti di regole c’è stato, ma credo sia fisiologico. Ho visto molti colleghi in difficoltà e si è fatta molta fatica. Molti di loro hanno bisogno di lavorare. In momenti di crisi molti cittadini sono in difficoltà economica e spesso rinunciano a fare causa perché non hanno soldi per affrontare il percorso giudiziario. Il problema che nel territorio è stato affrontato maggiormente riguarda le difficoltà delle imprese. Il Fermano è stato sempre considerato ricco per l’indotto. Ci sono stati quindi più reati a livello finanziario riguardanti bilanci e stati di salute delle aziende. Ovviamente non tutti i casi sono dolosi, per via di altre complicanze molti non sono riusciti a tenere i bilanci sani».
Chiodini poi si è soffermato sull’ordine di Fermo e sul ricambio degli avvocati: «Ad oggi contiamo 700 iscritti. C’è stato un calo negli ultimi anni. Un fatto fisiologico per via dei concorsi in magistratura e cancelleria. Diversi colleghi hanno quindi rinunciato alla carriera per entrare in questi settori. C’è da notare che un percorso del genere è stato intrapreso soprattutto dalle colleghe. E non è un discorso sessista. Entrando in magistratura o in cancelleria riescono ad avere una stabilità economica e lavorativa non garantita dalla carriera di avvocato. Questo aiuta a conciliare il lavoro e la famiglia».
Sul nuovo consiglio, che si insedierà nei prossimi giorni dopo le votazioni di ieri ed oggi, Chiodini si sbilancia: «Spero e credo che verrà eletta dal prossimo Consiglio, come presidente, l’avvocato Fabiana Screpante. Proseguirà i lavori già avviati dalla compagine precedente. È sicuramente molto più concreta di me e interpreterà il ruolo al meglio, portandolo avanti con molta efficacia. Sono molti i progetti che abbiamo avviato, speriamo vengano anche conclusi. La nuova squadra di consiglieri è stata costruita dalla collega e ci sono tutti i crismi per fare bene. Questo nuovo Consiglio dovrà affrontare la riforma Cartabia, che per certi versi ha stravolto alcune nostre procedure. Non entro nel merito nel dire se la riforma sia giusta o sbagliata, penso però che spesso si tenta di riformare determinati processi senza cambiare la struttura. Al momento quest’ultima non è pronta ad accogliere quei nuovi processi».
«Abbiamo la fortuna a Fermo di avere un buon organico di magistrati. Purtroppo siamo scoperti in procura del 50% di cancellieri – conclude – Abbiamo un sistema che deve essere riformato sugli innesti. Abbiamo per la prima volta un membro, di assoluto livello professionale, al Cnf. Parlo dell’avvocato Francesca Palma, una nomina per la quale sia io che la collega Screpante ci siamo spesi al massimo. Questa elezione porta un contatto diretto a Roma per esporre direttamente le problematiche senza passaggi. La professione negli anni è sicuramente cambiata. A causa del Covid c’è stata un’accelerazione dei processi di digitalizzazione che i tribunali e gli avvocati ormai devono conoscere. L’obiettivo di questo Consiglio spero sia quello di prendere e mantenere quello che di buono c’è stato durante la pandemia. Un esempio è il protocollo sul diritto di famiglia che ha snellito il processo. E proprio noi a Fermo siamo stati tra i primissimi ad adottarlo. Tante cose che erano necessità durante l’emergenza possono diventare la norma, altre cose devono essere invece riviste perché l’avvocato deve rimanere una professione per tutti e a disposizione di tutti, con buonsenso e contatto umano».
Infine non poteva mancare un ricordo commosso di suo padre: «Proprio mercoledì c’è stato l’ultimo atto del Consiglio e avrebbe coinciso con il suo novantesimo compleanno. Non credo di essere stato alla sua altezza ma sono convinto di aver portato avanti degnamente il suo trascorso».
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