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Morte del giovane Ciro Matrullo, Agostini: «Quel dosso va rimosso» Chiesti chiarimenti alla Procura

PORTO SAN GIORGIO - L'avvocato che assiste i familiari della vittima chiede risposte alla Procura: «Al momento del sinistro mortale, chi era il responsabile proprietario della strada? Chi il responsabile della sua manutenzione? Chi il responsabile della conformità a legge del dosso? Nei luoghi è presente un limite di velocità di 40 km/h con un dosso rallentatore alto 15 centimetri. E' regolare? O dovrebbe forse essere di soli 5 centimetri?»

Andrea Agostini

«Quel dosso è pericoloso e va rimosso. Le indagini degli inquirenti non hanno individuato la velocità del mezzo, ma le testimonianze raccolte provano che il giovane non stesse correndo e una nostra perizia di parte accerta che, pure rispettando il limite di velocità previsto, la moto al contatto con il dosso sobbalza e perde aderenza al terreno con conseguente squilibrio del mezzo». Sono le considerazioni dell’avvocato Andrea Agostini che nei giorni scorsi, per conto dei familiari del 23enne Ciro Matrullo, il giovane deceduto a seguito di un incidente stradale in via XX settembre, a Porto San Giorgio, ha depositato in Procura un provvedimento per fare luce sulle cause della morte.

«Ciro Matrullo a 23 anni l’11 maggio del 2020 – ricorda l’avvocato Agostini – è morto a Porto San Giorgio per infortunio stradale. Poco prima delle 20 percorreva da nord a sud via XX settembre quando giunto all’altezza del civico 152, nel sormontare un dosso artificiale rallentatore di velocità, ha perso il controllo della sua moto ed è finito con l’urtare un palo di segnaletica stradale, riportando traumi e andando in arresto cardiaco.
Inutili i tentativi di rianimarlo, tanto sulla sede stradale, quanto in Pronto soccorso a Fermo: è deceduto intorno alle ore 21,40. Una tragedia con la quale i familiari del giovane prematuramente scomparso ogni giorno convivono e nel rispetto della memoria chiedono chiarezza. Negativi gli esami tossicologici, quale la causa del sinistro? La velocità eccessiva del motociclista o piuttosto la pericolosità del dosso?
Di qui l’indagine penale, con richieste di archiviazione cui mi sono ripetutamente opposto, per conto dei familiari del ragazzo defunto, fino a trovare ascolto nel Tribunale di Fermo, prima la giudice Maria Grazia Leopardi poi la giudice Teresina Pepe. Al momento del sinistro mortale, chi era il responsabile proprietario della strada? Chi il responsabile della sua manutenzione? Chi il responsabile della conformità a legge del dosso? Nei luoghi è presente un limite di velocità di 40 km/h con un dosso rallentatore alto 15 centimetri. E’ regolare? O dovrebbe forse essere di soli 5 centimetri? Domande cui la Procura della Repubblica dovrà rispondere alla richiesta di questi giorni, a seguito del provvedimento depositato il 24 gennaio scorso, da parte del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Fermo, che ritiene trattarsi di “accertamenti preliminari ad ogni ulteriore valutazione in ordine alla velocità del mezzo”».

La vittima, Ciro Matrullo

«Quel dosso è pericoloso e va rimosso. Le indagini degli inquirenti non hanno individuato la velocità del mezzo, ma le testimonianze raccolte provano che il giovane non stesse correndo e una nostra perizia di parte accerta che, pure rispettando il limite di velocità previsto, la moto al contatto con il dosso sobbalza e perde aderenza al terreno con conseguente squilibrio del mezzo. La giustizia bene procede il suo corso, ma non c’è soddisfazione perché nulla potrà mai restituire alla vita e ai suoi affetti il giovane Ciro, vittima della strada».

L’incidente, in via xx settembre

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