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Il piede piatto nel bambino: valutazioni e terapie. Iolanda Di Paolantonio a Radio Fm1 (Ascolta l’intervista)

SALUTE - Il piede è una struttura in continua evoluzione: la maturazione si conclude intorno ai 7 anni ma se il bambino mantiene la posizione di piede piatto dopo i 2 anni è necessaria una valutazione medica e fisioterapica. Jessica Tidei ha intervistato la dott.ssa Iolanda Di Paolantonio, fisioterapista specializzata nella terapia manuale pediatrica integrativa

Iolanda Di Paolantonio

Torna l’appuntamento con la rubrica “Salute & Benessere”. Affrontiamo, oggi, l’argomento del piede piatto nel bambino intervistando a Radio Fm1 la dott.ssa Iolanda Di Paolantonio, fisioterapista specializzata nella terapia manuale pediatrica integrativa (TMPI)-RPG.

La dott.ssa visita al centro di Fisioterapia e Medicina “Rialab” di Montegiorgio, diretto dal dottor Michele Del Bello, fisioterapista specializzato in terapia manuale e riabilitazione della mano e dell’arto superiore.

Ascolta l’intervista:

Cos’è esattamente il piede piatto e a che età può essere rilevato?

«Il piede piatto è una condizione normale nei primi 2 anni di vita del bambino. Questa condizione fisiologica è determinata dalla mancata maturazione delle strutture articolari e muscolari del piede, delle anche e della zona lombare, e dall’obiettivo di mantenere la stabilità del piede in una condizione di lassità nei bambini. Il piede è una struttura in continua evoluzione: la maturazione si conclude intorno ai 7 anni. Per questo motivo non è consigliato l’uso di plantari per la correzione prima di questa età: questi vengono inseriti nel caso in cui siano presenti alterazioni strutturali molto importanti, patologie neurologiche o il piede presenti una conformazione che non permette la normale evoluzione dell’appoggio. In ogni caso la somministrazione del plantare viene effettuata dal pediatra o dall’ortopedico/fisiatra pediatrico, dopo un’attenta valutazione del caso. Quando il bambino mantiene la posizione di piede piatto dopo i 2 anni è necessaria una valutazione medica e fisioterapica. Il fisioterapista specializzato ne effettua una completa: in primis è essenziale l’anamnesi; alcune patologie neurologiche o ipotonia sono causa di piede piatto e quindi è necessario associare la valutazione medica.

In cosa consiste esattamente la valutazione?

La valutazione fisioterapica si avvale di test manuali e strumentali in relazione all’età del bambino. Comprende un’analisi posturale completa, misurazione degli angoli di appoggio del piede, valutazione dei circuiti riflessi e test computerizzati come l’Opto Gait che rileva i dati delle fasi del passo, il Delos che dà informazioni sulla stabilità e sull’equilibrio, la Postural Bench che valuta la distribuzione dei carichi, che può essere statica (quando il bambino è in piedi su sensori di peso in posizione fissa) o dinamica (in questo caso si chiedono dei movimenti di flessione delle ginocchia o dei movimenti degli arti superiori). I dati raccolti dalla valutazione sono molto importanti: hanno lo scopo di realizzare un piano di trattamento fisioterapico con l’obiettivo di riequilibrare l’appoggio del piede del bimbo e migliorare il neuro-sviluppo del piede.

Quali sono i trattamenti a cui sottoporre il bambino con i piedi piatti?

Solitamente il piano di trattamento prevede tecniche di terapia manuale specifica associate ad esercizio terapeutico. Nei casi più gravi si valuta l’opzione chirurgica: anche questa scelta deve essere sempre associata a fisioterapia nel pre e post trattamento chirurgico. In ogni caso la valutazione fisioterapica nei primi mesi di vita è importante per prevenire un’evoluzione sfavorevole.

La dr.ssa Iolanda Di Paolantonio, fisioterapista specializzata nella terapia manuale pediatrica integrativa (TMPI)- RPG visita al Centro Fisioterapico Rialab di Montegiorgio in via Faleriense est 33. Per info: www.rialab.it

 

(Spazio promo-redazionale)

 


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