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Delogu e Cantelli mettono in guardia dalla droga i ragazzi dell’Annibal Caro: «Non fatevi fregare»

FERMO - All'evento per parlare di tossicodipendenza al teatro dell'Aquila erano presenti più di 800 studenti ad ascoltare le testimonianze e i moniti dell'ex braccio destro di Muccioli e dell'ex capo ufficio stampa di San Patrignano: «La droga vi porta via ogni forma di dignità»

di Antonietta Vitali

«Non vi fate fregare»: questo il monito lanciato da Walter Delogu agli ottocento e più studenti del Liceo Classico, del Liceo delle Scienze Umane e del Liceo Economico Sociale “A. Caro” di Fermo presenti all’evento tenutosi questa mattina al Teatro dell’Aquila sul tema della dipendenza di sostanze stupefacenti.

Non era da solo a raccontare la sua testimonianza di vita, l’ex braccio destro di Vincenzo Muccioli, fondatore della comunità di recupero per tossico dipendenti San Patrignano. Accanto a lui Fabio Cantelli Anibaldi, oggi vice presidente del Gruppo Abele e, dal 1992 al 1995, a capo dell’ufficio stampa di San Patrignano. Un racconto, quello dei due relatori ai ragazzi, fatto di soltanto alcuni frame di due vite vissute all’estremo ma che lasciano senza parole.

Per Walter l’ingresso in malavita inizia da giovanissimo: voleva tutto, subito e in maniera facile. Insieme a lui altri quattro ragazzi nella banda, tutti morti.I cinque violano una di quelle che all’epoca era una regola fondamentale della malavita, il non drogarsi, perché il tossico dipendente è debole quando va in astinenza e con il miraggio di ricevere una dose, parla, alle forze dell’ordine come a chiunque altro. Iniziano fumando l’erba, poi provano lsd, poi la cocaina, poi l’eroina. Con lei iniziano con una volta a settimana e poi ci si ritrovano dentro completamente assuefatti senza neanche rendersene conto.

Fabio, invece, inizia subito dall’eroina senza passaggi intermedi, quando ha appena compiuto diciotto anni. In un’adolescenza costeggiata dall’anoressia, la droga che diventa il suo pensiero primario. Ricorda, durante il racconto, di quel settembre del 1981 quando tornava da una vacanza di quaranta giorni in Grecia con la sua ragazza dell’epoca. Per tutta la durata del soggiorno a Santorini non si era drogato e Cristina ne era contenta: lei era pulita e voleva che lui ne uscisse (poi, purtroppo, verrà trascinata anche lei nello stesso vortice), invece lui nel corso di tutti i giorni trascorsi sull’isola aveva pensato solo a come risparmiare per poter mettere insieme quelle 20.000 lire necessarie per comprare una dose alla Conca dei Navigli a Milano. La scoperta, quando arriva dallo spacciatore, è che, nel frattempo, è cambiato il prezzo e la grammatura di confezionamento della dose. Il nuovo prezzo del mezzo grammo è di 50.000 lire e in quegli anni
lo stipendio medio è di circa 700.000/800.000 lire al mese. Per Fabio comincia dunque una lotta giornaliera per recuperare le 100.000 lire al giorno necessarie alla sua dipendenza.

«Inizia una vita che porta via ogni forma di dignità – ha raccontato Cantelli Anibaldi – dove si è disposti a tutto, davvero a tutto, pur di recuperare il denaro necessario per quello che diventa l’unico scopo e l’unico obiettivo». In gergo si chiamava sbattimento, ed è stato quello che, in qualche modo, ha salvato loro la vita, perché, se non arrivava la morte, arrivava quel minimo di consapevolezza di non farcela più. «Oggi non è più così – ha spiegato Delogu -. Le droghe non sono più così care, sono create in laboratorio, sono in pasticche, hanno prezzo bassi, sono a buon mercato, arrivano in casa anche tramite i runner di note aziende di distribuzione di cibo a domicilio (che essendo sottopagati accettano di spacciare per fare più soldi) ma sono comunque droghe pesanti e terribili».

Per via della guerra in corso, la droga non passa più dai Balcani ma dall’Africa, ci sembra un problema lontano che faceva rumore soltanto negli anni ’80 ma i dati attuali sulla tossicodipendenza sono allarmanti e la danno aumentata del 67%. I giovani vengono adescati dalla malavita su internet, viene offerta loro della droga gratis dapprima e poi viene chiesto loro di fare da tirapiedi. Sono le ragazze ad essere più oggetto di adescamento: l’inizio è uguale a quello dei maschi e poi vengono costrette a prostituirsi. «Inizia poi un viaggio verso l’inferno, con un biglietto di sola andata il cui ritorno diventa difficilissimo e doloroso» le parole di Walter Delogu mentre è Fabio Cantelli Annibaldi a dire che «non è una vita appetibile, la droga sclerotizza i canali emotivi, anestetizza l’anima, cambia la psiche che non sa più distinguere tra quello che è bene e quello che è male perché tutto quello che si fa lo si fa per le dosi e basta, è inibita qualsiasi possibilità di avere una vita normale».

All’evento organizzato dalla divisione servizi sociali del comune di Fermo hanno partecipato il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, il dirigente dei servizi sociali Giovanni Della Casa, Mirco Giampieri assessore ai servizi sociali, Micol Lanzidei assessore alla cultura, Alberto Venezia, Marco Marinangeli consigliere regionale. Ai ragazzi l’invito rivolto loro da Walter Delogu è quello di «avere cura della vostra età perché è l’età più bella e di puntate sulla cultura. Se siete qui, a sentire noi è perché la scuola e le persone che hanno organizzato tutto questo tengono a voi. Anche questo è uno strumento di cultura, che parla di un lato oscuro della vita ma è, comunque, cultura e informazione». 


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