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Agricoltura, quale futuro? Il punto di Cai-Agromec sul settore. Morroni (Apima): «Distinguere agromeccanico dagli artigiani» (Video)

MONTEGRANARO - Le criticità del settore agrimeccanico sono state al centro del convegno di questa mattina all'Hotel Horizon. Secondo il direttore di Apima Fermo e Ascoli Piceno Andrea Morroni «è fondamentale aprire un albo destinato alla categoria in quanto investono maggiormente nello sviluppo dell'agricoltura». Presenti anche il presidente della Commissione Agricoltura della regione Marche Andrea Putzu, il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro e il presidente Cai Agromec Gianni Dalla Bernardina
Assemblea Agrimec

di Alessandro Luzi

In una sala conferenze gremita, questa mattina presso l’Hotel Horizon di Montegranaro si è svolta la sesta assemblea nazionale Cai-Agromec, il sindacato di rappresentanza di tutti i conto-terzisti del primo settore. Presenti il presidente della Commissione Agricoltura della regione Marche Andrea Putzu e il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro. Tra i tanti volti che operano nel settore, hanno partecipato anche il presidente Cai Agromec Gianni Dalla Bernardina e il direttore di Apima Fermo e Ascoli Piceno, Andrea Morroni. È stata un’occasione per fare il punto sulle criticità relative al settore agricolo e sulle sue potenzialità.

Andrea Putzu ha spiegato come governo e Regione si stanno muovendo a riguardo: «Agromec nelle Marche sta portando avanti un lavoro importante. C’è un confronto costante tra il sindacato e le istituzioni. A mio avviso è incompatibile essere un imprenditore agromeccanico e allo stesso tempo fare l’agricoltore. È un tema su cui riflettere in questo momento di crisi. Intanto ho avuto modo di interloquire con il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, così come con Luca De Carlo e Mirco Carloni, i due presidenti di commissione. Hanno a cuore queste tematiche e ho ricevuto dei feedback positivi. È fondamentale il riconoscimento del territorio agricolo, perciò dobbiamo incontrarci con il ministro per trovare delle soluzioni a costo zero. C’è poi la questione legata all’albo. L’intenzione del governo è di valorizzare gli imprenditori agromeccanici. Infatti il tema è già oggetto di valutazione al Ministero. Intanto stiamo pensando di attivare un tavolo per riconoscere questo albo. C’è già un disegno di legge proposto dal senatore della Lega, Gianpaolo Vallardi. Anche la Regione è vicina a questa categoria».

Poi il nodo contributi pubblici: «Quattrocento milioni di euro del Pnrr verranno destinati al settore agricoltura in cui rientrano le imprese agromeccaniche. C’è poi il Fondo innovazione agricoltura con 225 milioni. Ciò significa che il governo ha ascoltato le istanze degli imprenditori. Il Pnrr sarà gestito dalle Regioni quindi ci impegneremo a distribuirli. Era importante anche vietare il cibo sintetico per rispettare tutte le aziende e la cultura di questo Paese».

«Porto il saluto della Provincia – ha esordito Paolo Calcinaro – Per il Fermano questo convegno è una vetrina importante. Infatti so che nel pomeriggio vi è stato proposto un giro turistico tra le bellezze di Fermo. La nostra città sta avendo un forte incremento turistico e, in questi giorni, è stato inaugurato un nuovo spazio museale». Poi il sindaco ha virato verso il tema agricolo: «Contiamo 36mila abitanti su un territorio di 124 km² quindi quello dell’agricoltura è un tema molto sentito. Nei limiti delle nostre competenze, siamo intervenuti a favore di chi opera in questo settore. Abbiamo cancellato la Tari per chi gestisce degli agriturismi e introdotto prodotti a chilometro zero nella mensa comunale. Questo per privilegiare realtà locali. Ciò che mi spaventa sono le nostre colline rivestite da impianto fotovoltaici. Capisco che può essere fonte di equilibrio economico ma il nostro territorio è la nostra forza. Se lo svendiamo perdiamo forza tutti quanti».

Il presidente Gianni Dalla Bernardina non ha nascosto un certo malumore: «Noi proponiamo idee e iniziative destinate al settore agricolo e subito vengono scopiazzate da altri senza citare la fonte. Questo non va bene e non ci fa certo piacere. Sono amareggiato. Per crescere è importante una cooperazione e una collaborazione leale. Sul panorama nazionale stiamo cedendo la possibilità di essere autonomi. Non possiamo distruggere un Paese per interessi che non sono italiani. L’imprenditore agromeccanico all’interno del mondo dell’artigiano non c’entra. Noi vogliamo entrare nella partita agricola ma serve trovare qualcuno che ci apra le strade giuste. Le aziende di questa filiera sono state il motore di questo paese. Io faccio fatica a dialogare con la politica perché il nostro settore non viene considerato. Gli agromeccanici devono poter dire la loro. Siamo pronti a condividere un percorso però dobbiamo trovare delle aperture e non degli scontri. Stiamo decidendo il futuro dell’agricoltura italiana e vogliamo farne parte».

Andrea Morroni

Morroni è stato chiaro: «Per la prima volta (la sesta assemblea nazionale Cai-Agromec, ndr) è stata assegnata all’associazione di Fermo. Siamo il sindacato di riferimento degli imprenditori agromeccanici. Siamo qui questa mattina per rivendicare le istanze del settore. Innanzitutto chiediamo l’equiparazione tra la figura dell’agricoltore e quella dell’agromeccanico in quanto l’agricoltura italiana e nelle mani di questi ultimi. Il 90% della superficie utile agricola viene coltivato proprio da loro e investono maggiormente nello sviluppo professionale. L’equiparazione delle due attività, ossia quella dell’agrimeccanico e dell’artigiano, è un paradosso normativo. Per via di ciò gli agromeccanici sono esclusi da finanziamenti pubblici, sovvenzioni e bandi riconosciuti all’agricoltore. Come ottenere l’equiparazione? Attraverso un albo per questa categoria».

 

 


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