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«Dal Montani un Oscar alla scienza e alla tecnica», cortometraggio per i 170 anni dell’istituto

FERMO - Presentato questa mattina il cine-progetto per celebrare la lunga storia del prestigioso istituto fermano presieduto da Stefania Scatasta: «Chiediamo alla città, che fino agli anni '80 ha accolto gli studenti da tutta Italia nelle case, di cercare testimonianze che raccontino il Montani di allora: foto, oggetti, divise»

di Serena Murri

Un cortometraggio per i 170 anni del Montani. Presentato questa mattina, proprio all’istituto Montani di Fermo, all’ufficio di presidenza del Convitto, per la precisione, il progetto intitolato «Dal Montani un oscar alla scienza e alla tecnica» che grazie al lavoro dei ragazzi, racconterà la storia dell’istituto nella sua interezza. Con l’occasione, la dirigente Stefania Scatasta ha rivolto un appello alla città: «Portateci le testimonianze del Montani di allora, ci saranno utili per la realizzazione del corto». Nel progetto sono stati coinvolti cinque studenti per ogni settore e un centinaio di ragazzi nella prima fase di elaborazione. Alcune scene sono state già girate con lo scenografo Pompei per un lavoro che documenterà la storia tecnica di tutta Italia.

Fervono, dunque, i preparativi, al Montani, per le celebrazioni, il prossimo 6 aprile, per i 170 anni di vita del celebre istituto fermano. «Il Montani – ha spiegato la dirigente scolastica Stefania Scatasta – porta avanti progetti culturali prevalentemente scientifici, con una didattica innovativa che ha avuto la sua importanza su scala regionale. Crediamo non si possa prescindere dall’innovazione didattica in un connubio tra taglio scientifico e didattica, appunto, innovativa. Così portiamo avanti un progetto di scuola all’avanguardia che coniuga cultura e progettualità, in maniera complementare e attenta ai talenti del singolo».

Da qui, la pluralità dei progetti che non sono solo casuali, bensì «complementari – ha continuato la dirigente – all’attività culturale e attenti all’attività degli studenti. Oggi parliamo di cinema, per rispondere a quegli studenti in nuce che hanno un potenziale che la scuola ha l’obbligo di stimolare e far emergere. Per questo oggi siamo qui con il direttore della fotografia Michele D’Attanasio e con Genoma Films, con scenografi e sceneggiatori, in un mondo che non ci appartiene come indirizzo ma attraverso il quale guideremo i ragazzi verso un progetto di vita armonico, dove tutto è incluso e niente è escluso».

In occasione dei 170 anni è prevista la realizzazione di un cortometraggio per capitalizzare la storia del Montani. «Chiediamo ai cittadini – ha aggiunto la dirigente Scatasta – che fino agli anni ’80 hanno accolto gli studenti da tutta Italia nelle loro case, di cercare testimonianze che raccontino il Montani di allora: foto, oggetti, divise. Apriremo, sia al biennio che nel Convitto, uno spazio per raccogliere questi oggetti che potranno contribuire alla realizzazione del cortometraggio grazie a Genoma Films che in passato ha già realizzato un docufilm su Benelli. Lui studiò qui come molti ragazzi che dal Montani hanno spiccato il volo nei più svariati ambiti lavorativi».

Referente del progetto, la professoressa Teresa Cecchi: «Nella prima fase del lavoro i ragazzi si sono avvicinati al linguaggio audiovisivo, alla storia del cinema, valorizzando le loro competenze tecniche. Nella seconda fase c’è stata l’attivazione di tutto il reparto del cinema, fra regia, sceneggiatura, fotografia, con una fase che culminerà con le riprese, il 19 e 20 giugno, presso i locali dell’istituto». Il produttore Giorgio Ciani, della casa cinematografica Genoma Films, ha definito il Montani «il posto giusto per parlare di cinema, un mestiere fatto di tanti mestieri, dove poter calare i reparti del cinema». Il direttore alla fotografia, che si divide tra Roma e Fermo, sarà Michele Attanasio (ha lavorato alla serie Gomorra ed ha ricevuto due David di Donatello). Saranno innumerevoli i soggetti coinvolti, per un’esperienza che andrà ad accrescere il bagaglio di conoscenze dei ragazzi. Top secret la trama del corto, a parte l’anticipazione dello sceneggiatore, Davide Cocchi (in collegamento, ndr) che ha parlato di «un viaggio nel tempo fatto dai ragazzi…per errore».


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