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Più della meta dei lavoratori non è in regola: la Finanza sospende un’azienda calzaturiera. Maxi sanzione al titolare

FERMANO - Dalle Fiamme gialle fanno sapere che «l’accesso dei militari del Gruppo di Fermo nei locali aziendali - aggiungono dalla Finanza -ha consentito di appurare la presenza di 9 lavoratori, oltre al legale rappresentante e al socio, di cui 5 risultati non regolarmente assunti»

di redazione CF

La Guardia di Finanza di Fermo irrompe in un’azienda del distretto calzaturiero fermano: oltre la metà dei lavoratori non era stata assunta. 

Nell’ambito dell’incessante attività svolta dal Comando provinciale di Fermo, guidato dal colonnello Massimiliano Bolognese, a contrasto del lavoro sommerso, «è stato eseguito un mirato intervento che ha interessato un’azienda dedita alla produzione di parti in cuoio per calzature. Attraverso l’approfondimento di informazioni acquisite grazie a una costante attività di intelligence, corroborata da diversi appostamenti nei pressi dell’opificio – spiegano dalle Fiamme gialle di Fermo – è stato possibile individuare una serie di persone che si recavano tutti i giorni presso la sede dell’impresa, numericamente di gran lunga superiori rispetto ai dipendenti della ditta, riscontrati dalle banche dati a disposizione». E dopo gli appostamenti, si è passati al blitz.

«L’accesso dei militari del Gruppo di Fermo nei locali aziendali – aggiungono dalla Finanza -ha consentito di appurare la presenza di 9 lavoratori, oltre al legale rappresentante e al socio, di cui 5 risultati non regolarmente assunti. Grazie ai riscontri effettuati sulle dichiarazioni rese dagli operai, al contraddittorio con la parte e all’analisi della documentazione acquisita presso il consulente del lavoro, è stato possibile constatare varie tipologie di violazioni. I lavoratori, infatti, prestavano la propria attività in assenza di regolare contratto, in alcuni casi anche da diversi mesi: per tale ragione, il datore di lavoro è stato sanzionato con la comminazione della cosiddetta “maxi sanzione”, per un ammontare minimo di 16.200 euro e massimo di 97.000 euro. In esito agli accertamenti eseguiti, si è poi proceduto all’applicazione della sanzione per un totale di 5.000 euro, in ragione delle retribuzioni a mezzo di denaro contante ricostruite nei confronti dei lavoratori non in regola. Il superamento della soglia del 10% dei lavoratori presenti in azienda, occupati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro ha determinato, inoltre, la sospensione dell’attività imprenditoriale, con le conseguenti sanzioni comminate dall’Ispettorato territoriale del Lavoro di Ascoli Piceno. La Guardia di Finanza, a tutela degli interessi dei lavoratori e dell’economia legale, è sempre in prima linea nel contrasto al lavoro nero, una piaga per l’intero sistema economico che sottrae risorse all’erario, mina gli interessi dei lavoratori e provoca una competizione sleale con le imprese che operano nel rispetto delle regole».


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