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Cavalcata dell’Assunta, domenica la nomina dei Gonfalonieri e l’investitura dei Priori: un evento tra storie ed emozioni

L'EVENTO andrà in scena a partire dalle ore 20.55, con partenza da piazza del Popolo fino ad arrivare in Duomo per la cerimonia e il ritorno in piazza. Tra i Priori, nessun nome nuovo ma solo conferme rispetto all'ultimo anno

Una precedente edizione dell’investitura dei Priori

La rappresentazione teatrale, come se piazza del Popolo prima e il Duomo poi fossero il palcoscenico ideale per ospitare la storia, ma anche un modo di fare cultura, raccontando ciò che nel lontano passato della città di Fermo era quotidianità. Infine, l’atmosfera di festa e il tempo presente, segnato dalle emozioni dei contradaioli che si preparano a vivere il primo, intenso, momento della 42° edizione della Cavalcata dell’Assunta. Tutto questo sarà la nomina dei Gonfalonieri e l’investitura dei Priori che andrà in scena domenica prossima, 28 maggio, a partire dalle ore 20.55.

Tutto inizierà in piazza del Popolo con il passaggio delle contrade e l’uscita della Municipalità dal Palazzo dei Priori. Il secondo atto vedrà i protagonisti, Gonfalonieri, Priori e contradaioli, sfilare in abiti d’epoca per il centro cittadino, lungo il viale del Girfalco e fino ad arrivare all’interno del Duomo, dove si terrà la cerimonia vera e propria, celebrata da don Michele Rogante. La conclusione sarà segnata dal ritorno in piazza del corteo, accompagnato dai tamburini e daglisSbandieratori della Cavalcata, con l’ingresso dei Priori nel loro palazzo.

Tra i Priori nessun nuovo nome, ma solo riconferme a partire da Cristian Malloni (Campiglione) che, dopo la vittoria del Palio 2022, dovrà quest’anno pronunciare il solenne giuramento. Parole che condivideranno Emiliano Foglini (Campolege), Stefano Postacchini (Capodarco), Giorgio Prugnoletti (Castello), Luigi Volpi (Fiorenza), Marco Tirabassi (Molini Girola), Francesco Catini (Pila), Gian Luca Iervicella (San Bartolomeo), Renato Montagnoli (San Martino) e Samuele Bruni (Torre di Palme).

Ad essere nominati, anche i Gonfalonieri che, tra attestazioni di fedeltà al ruolo e nuovi ingressi, saranno: Andrea Giacomozzi (Campiglione), Leonardo Leonardi (Campolege), Enrico Nucci (Capodarco), Emanuele Santarelli (Castello), Marco Mazzoni (Fiorenza), Andrea Terriaca (Molini Girola), Fabrizio Marcaccio (Pila), Marco Ferranti San Bartolomeo), Andrea Marcaccio (San Martino) e Luigi Baldo (Torre di Palme).

I dieci Priori delle contrade fermane

Dieci Priori e dieci Gonfalonieri, dunque, e con loro la colorata folla dei contradaioli con i fazzolettoni al collo, che sono pronti a colorare il Duomo di Fermo e a riempirlo delle loro emozioni. Un evento, quello di questo fine settimana, che vuole mettere in risalto e rafforzare lo spirito di appartenenza alle contrade che anima i fermani, spirito che nutre i Priori stessi, spesso sin da giovanissimi, perché la gran parte di loro è cresciuta in contrada ed ha respirato da sempre aria di Palio. Nel gruppo, le generazioni si incontrano e si confrontano e allora troviamo, con i suoi 28 anni, il più giovane dei dieci, ossia Gian Luca Iervicella di San Bartolomeo, accanto al veterano Renato Montagnoli che di anni ne ha 58 ed è alla guida della contrada bianconera di San Martino dal 2014. Nell’anno successivo, il 2015, sono invece entrati in carica Samuele Bruni (Torre di Palme) e Marco Tirabassi (Molini Girola), entrambi classe ’86. A guidare Pila c’è il trentunenne Francesco Catini subentrato nel 2016, mentre nel 2019, in casa Fiorenza, ha ereditato la carica che fu anche di suo padre Alfredo, Luigi Volpi, per così dire figlio d’arte insieme a Cristian Malloni anche lui attivo in sul fronte gallonero sulle orme del padre Enrico. Lo stesso Malloni (Campiglione), insieme a Foglini (Campolege), Prugnoletti (Castello), Postacchini (Capodarco) e Iervicella (San Bartolomeo), ha assunto la carica nel 2021, dunque in un periodo segnato dalla pandemia e dalle difficoltà aggregative che nonostante tutto le Contrade hanno cercato di superare. Età differenti, storie differenti che raccontano di una lunga militanza nelle fila delle rispettive Contrade.

Tamburini o figuranti, responsabili dei gruppi operativi, lavoratori instancabili che hanno collezionato un ricordo dopo l’altro, fino a poter dichiarare che la contrada è casa, famiglia, amicizie in grado di diventare saldi punti di riferimento nella vita. Esperienze diverse, ma un comune sentire che emerge quando si chiede a ciascuno cosa significa essere contradaiolo e qual è il valore della Contrada.

«Si inizia stando insieme agli altri, divertendosi, partecipando, poi cresce in te uno spirito nuovo che ti porta a scalare le gerarchie, non con intento di prevaricazione, ma con l’intenzione di mettersi completamente al servizio della comunità, intesa come contrada e come città», dicono alcuni ed altri fanno eco rimarcando «la devozione, lo spirito di sacrificio ed il profondo rispetto verso quei colori dall’inequivocabile fascino». Esiste poi quell’inspiegabile “fuoco” che anima tutti e che chiede di essere trasmesso, per accendere nuove scintille di passione presso le nuove generazioni.

La chiosa, lanciando l’appuntamento di domenica prossima, potrebbe essere affidata proprio al più giovane tra i Priori: «Cos’è per te essere contradaiolo? Io a questa domanda non ho mai saputo rispondere. Impossibile affidarlo alle parole, rischieremmo solo di balbettare qualcosa che non spiegherebbe davvero quello che sentiamo realmente, – dice l’appassionato Gianluca Iervecella – perché è un insieme di emozioni. Scegliete di essere con noi domenica e vivrete la realtà di una serata capace di unire la storia, la tradizione e la fede di un’intera città».


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