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Prelievo idrico del Tenna, l’ex sindaco di Amandola Treggiari critica il progetto. Intanto il Coordinamento a difesa del fiume lancia una petizione online

TENNA - L'ex primo cittadino chiede agli enti di trovare una soluzione alternativa perché «la capostazione è insostenibile». Nel frattempo, le associazioni ambientaliste lanciano una raccolta firme per contrastare il progetto della Ciip

Avevano annunciato battaglia le associazioni per la difesa del fiume Tenna e così è stato, creando una petizione su una famosa piattaforma online per raccogliere firme a favore della tutela fluviale.

«Duecento litri al secondo di acqua saranno prelevati dal fiume Tenna fra i comuni di Montefortino e Amandola per essere convogliati, con pompe elettriche, dentro una condotta di circa 9 chilometri, verso un sito di potabilizzazione a Comunanza e, infine, immessi in rete per raggiungere la costa insieme a quelli prelevati dal lago di Gerosa. Chi spiegherà alle generazioni future di cosa si poteva fare per non far morire un fiume e di cosa, invece, non è stato fatto?». Aveva parlato così il Coordinamento per la difesa del Tenna qualche giorno fa, criticando la Ciip per il progetto di captazione idopotabile che, secondo loro, avrebbe degli impatti diretti sulla fauna ittica e sugli agricoltori della vallata che rischierebbero di rimanere senza acqua.

L’ex primo cittadino chiede agli enti di trovare una soluzione alternativa perché «la capostazione è insostenibile». Nel frattempo, le associazioni ambientaliste lanciano una raccolta firme per contrastare il progetto della Ciip

La risposta del presidente della Ciip Giacinto Alati non si era fatta attendere, sostenendo che «innanzitutto l’acqua scarseggia e il progetto è stato autorizzato da tutti» e mettendosi a disposizione nei confronti di coloro che hanno dei suggerimenti per migliorarlo e non solo per criticare.

Così, Fipsas Marche, Legambiente Marche, Enalpesca, Arcipesca Fisa e altre realtà a livello locale e regionale si sono unite per contrastare il progetto di prelievo idrico dal fiume. La raccolta firme dal titolo ”Salviamo il fiume Tenna”, attiva da qualche giorno, ha raggiunto le 627 adesioni e punta ad arrivare almeno a 1000 in breve tempo.

La questione ha mosso anche l’opinione pubblica e le istituzioni stanno valutando gli aspetti tecnici e la validità del piano della Ciip. A dire la sua anche l’ex sindaco di Amandola Riccardo Treggiari. «Il progetto si rivelerà un’autentica iattura per la vita del fiume e, conseguentemente, del nostro territorio nell’intera vallata. Conosco quel corso d’acqua, come pure l’Aso, essendo stato per più di venti anni dirigente dell’area tecnica in Bonifica e ingegnere responsabile delle dighe delle due vallate: San Ruffino e Gerosa. La Ciip, lamentando il vistoso calo della portata della sorgente di Foce, decide di recuperarne metà dall’invaso di Gerosa e l’altra metà dall’invaso di Gerosa e l’altra metà dal Fiume Tenna. Soprassedendo sul sito di Gerosa perché il lago può compensare agevolmente il quantitativo di acqua sottratta, il prelievo sul Tenna è, indiscutibilmente, insostenibile. È come prelevare l’intero contenuto del Lago di San Ruffino e, una volta vuoto, riempirlo ancora per metà e poi completare l’opera dell’ulteriore s

Riccardo Treggiari

vuotamento – dice Treggiari -. A questo punto ci chiediamo se è ancora possibile fare qualcosa per rimediare. Il presidente della Ciip Alati dice di avere in mano tutte le autorizzazioni previste e, probabilmente, ha ragione. Il percorso del progetto è stato veloce, talmente tanto che è nostra impressione è che i sindaci della vallata e la stessa provincia di Fermo non si siano resi conto della “fregatura” che andavano subendo. Io credo, se c’è la volontà politica, che tutti gli Enti di Governo dei territorio interessati debbano sedersi intorno ad un tavolo e trovare soluzioni alternative che, vi assicuro, esistono. In caso contrario avremo la responsabilità nei confronti delle generazioni future, di aver distrutto un fiume e la sua valle per garantire ai turisti di San Benedetto del Tronto di poter fare tranquillamente la doccia in spiaggia in barba alla nostra sofferenza».

 


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