Delitto di Servigliano: tornano sotto lo stesso tetto papà e sorellina di Jennifer

FERMO - La minore, ospite in una struttura da quando la madre uccise la sorella Jennifer, potrà alloggiare a Belluno dove il padre si è trasferito per lavoro

E’ stato uno dei più drammatici casi di cronaca negli ultimi anni, l’assassinio della piccola Jennifer Krasniqi, la bimba di 6 anni soffocata dalla madre Pavlina Mitkova in casa, a gennaio del 2020 a Servigliano. Ora, a distanza di 3 anni e mezzo dal lutto, la sorella minore della vittima ed il papà possono stare di nuovo insieme. E’ stato infatti concesso il collocamento della minore nell’abitazione del genitore, che da qualche tempo, avendo trovato un lavoro stabile a Belluno, ha lasciato le Marche.

La bimba è stata ospite fino ad oggi in una struttura di accoglienza, seguita dai servizi sociali di Fermo. Per quasi un anno dopo la tragedia non sono stati concessi incontri diretti tra la piccola ed il genitore, al quale era stata revocata la responsabilità genitoriale all’avvio delle indagini sul delitto. Il primo incontro era avvenuto a distanza di quasi 11 mesi, in occasione del funerale della povera Jennifer.

Ora Ali Krasniqi e la figlia potranno recuperare un rapporto abituale, la bimba continuerà ad essere seguita dai servizi sociali di Belluno, che stanno collaborando con quelli di Fermo che hanno avuto in carico la minore fino ad oggi.

Per il terribile delitto di Servigliano, la mamma di Jennifer, Pavlina Mitkova, sta scontando una pena a 25 anni di carcere per l’omicidio e l’incendio doloso appiccato in casa, nel tentativo di deviare le indagini. La sentenza è diventata definitiva perchè non appellata né dalla difesa, né dall’accusa. Lei e l’ex marito, da quando è emersa la verità sulla morte, non si sono più sentiti. a revocata la responsabilità genitoriale.

«Fa piacere che Ali e la bimba, dopo tutto il dolore di questi anni, possano tornare a vivere come una famiglia – spiega l’avvocato Maria Cristina Ascenzo, che ha seguito Ali Krasniqi durante le indagini ed il successivo processo – Si può chiudere con un po’ di serenità una pagina molto triste. L’anno scorso avevamo lavorato per consentire un
viaggio di padre e figlia in Kosovo, poi dei problemi e delle lungaggini burocratiche non lo hanno consentito. Ora possono scrivere insieme una nuova pagina».

 

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