La battaglia dei decibel si sposta sul decoro, per i residenti i nodi sono nel post-movida: «Schiamazzi e urla fino al mattino»

PORTO SANT'ELPIDIO - «Non è facile andare a lavoro, se la notte non chiudi occhio perché fino alle cinque hai gente che schiamazza sotto la finestra di casa». Questa è sola una delle frasi pronunciate da una parte dei residenti. Da una parte c’è chi ha il diritto di riposare e mantenere pulita la propria casa e lo vuol far rispettare a tutti i costi, dall’altra ci sono gli imprenditori che da soli hanno ridato vita ad un centro città spento

Via Cesare Battisti

di Maikol Di Stefano

«Non credo che il problema sia nella mezz’ora in meno o in più di evento live, quanto sulla movida che resta intorno poi. Facendo baccano e disturbando la quiete dei residente. Quello che poteva interessare queste persone, magari era quello di creare una sicurezza privata che possa gestire il movimento post live e prevedere quindi la sicurezza oltre al rumore». Erano state queste le parole del consigliere comunale Gian Vittorio Battilà, nella riunione dell’ultima assise sulla modifica del piano dell’attività rumorose. Un intervento che sembra rispecchiare, in maniera abbastanza netta il pensiero dei residenti del quartiere centro che nella diatriba con i commercianti non hanno mai risposto pubblicamente. Comitato antirumore o meno, i residenti hanno sempre preferito interloquire con gli uffici di competenza. Oggi però, proprio le parole pronunciate dal Laboratorio Civico in consiglio comunale, sembrano trovare appoggio e conferme tra chi nel centro della città ha scelto di viverci. Non tanto la musica e i concertini, quanto tutto ciò che essi si portano dietro. Schiamazzi notturni, scene di ubriachezza con escrementi e “bisogni” a pochi passi dalle abitazioni.

Al centro della diatriba quindi non ci sarebbe la parola “rumore”, quanto più quella del “decoro”. Un termine iper utilizzato durante l’ultima campagna elettorale. La nuova amministrazione ha messo il decoro urbano tra i punti centrali del proprio programma. Un lavoro quotidiano che lo stesso vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Andrea Balestrieri ha più volte, tramite i suoi canali social e canali istituzionali, raccontato alla cittadinanza. Un lavoro che però ha bisogno di tempo e a dirlo, indirettamente, sono gli stessi amministratori. Alcuni interventi sul decoro cittadino sono immediati, altri hanno bisogno di programmazione e tra questi anche quelli di “educazione” alla città. Il problema tra residenti e attività di ristorazione su via Cesare Battisti ed in tutto il centro città è infatti influenzato dal comportamento dei fruitori dei locali, molto più che dagli esercenti stessi.

Se infatti quest’ultimi cercano di lavorare e massimizzare la loro offerta stando all’interno dei regolamenti comunali, ben poco riescono a fare sui comportamenti privati dei clienti. Schiamazzi, urla, poco rispetto dell’aree pubbliche che disturbano il sonno e il vivere quotidiano dei residenti stando a quanto raccontano quest’ultimi. «Non è facile andare a lavoro, se la notte non chiudi occhio perché fino alle cinque hai gente che schiamazza sotto la finestra di casa». Questa è sola una delle frasi pronunciate da una parte dei residenti. Una situazione quella del centro città che in consiglio comunale, andando sul discorso decoro ed educazione aveva presentato anche l’altro volto del Laboratorio, Pierpaolo Lattanzi: «Ritengo che la questione sia molto complessa, penso che sia una soluzione (quella legata alla modifica del regolamento su decibel e orari, ndr) che non risolve probabilmente nulla e mi asterrò perché penso che cosa vogliamo fare da grandi dobbiamo sceglierlo. Se stare da una parte o dall’altra, anche io credo che il problema sostanziale sia il contorno agli eventi che si organizzano. Tutta una serie di cose che accadono e che disturbano quiete e decoro pubblico. Vi faccio un esempio: se durante le serate di maggior movida passate per via IV novembre, nel lato della ferrovia, abbiamo praticamente un servizio igienico a cielo aperto e temo che su questo i regolamenti possano fare poco, invece un’attività di controllo può ritenersi più utile».

Eppure lo scorso anno, negli eventi con maggiore affluenza, gli stessi commercianti, pur di venire incontro alle problematiche dei loro “vicini” avevano provveduto, tramite autofinanziamento, a coinvolgere steward e vigilanza privata. Un tentativo che però sembra essere stato vano, dato che la polveriera è esplosa arrivando fino ai banchi del consiglio comunale. Da una parte c’è chi ha il diritto di riposare e mantenere pulita la propria casa e lo vuol far rispettare a tutti i costi, dall’altra ci sono gli imprenditori che da soli hanno ridato vita ad un centro città spento e che da anni faticava ad avere una propria importanza. Un lavoro però che ha avuto un onere e che per essere mantenuto ha bisogno di un investimento continuo che richiede un certo rientro e tante diatribe non aiutano. E allora, forse, veramente è arrivato il momento che chi di dovere faccia una scelta netta e coraggiosa verso una delle due parti.


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