“Teatri senza Frontiere” pronti a sbarcare in Ucraina. Renzi: «Proviamo ad aprire un canale di comunicazione»

CULTURA - L'ideatore del progetto, Marco Renzi: «Quest’anno dal 16 al 30 settembre saremo prima a Leopoli, poi ci sposteremo verso Kherson, Mykolayiv, Dnipro, Zaporižžja, Kharkiv e Kiev. Abbiamo programmato spettacoli giornalieri e un laboratorio teatrale che intendiamo concludere proprio con l’esibizione degli stessi ragazzi che parteciperanno»

«Siete preoccupati? Sì. Andrete lo stesso? Sì, un impegno preso va onorato fino in fondo». E’ quanto afferma Marco Renzi, uno degli ideatori del progetto ‘Teatri senza frontiere’, riguardo la scelta di recarsi in Ucraina, proprio in quelle città che, tristemente, ormai da oltre un anno e mezzo sono teatro del conflitto con la Russia. La speranza, come da lui spiegato nel corso della conferenza stampa di presentazione tenutasi questa mattina nella Sala Giunta, in Provincia a Fermo, è poter aprire, attraverso il teatro, un canale di comunicazione.

‘Teatri senza frontiere’ è un progetto che, da ormai 15 anni, come spiegato dallo stesso Renzi, incontra gli ultimi della terra, si reca in posti devastati dalla povertà, dove nemmeno i diritti essenziali non sono garantiti. L’idea, dunque, è, da sempre, quella di portare in questi luoghi spettacoli e laboratori teatrali, intesi come formidabili strumenti per comunicare ed esprimere solidarietà verso persone di diverse lingue e culture.

È per questo che, dopo essere stati in paesi come Bosnia Erzegovina, Ghana, Kenia, Etiopia e Kosovo, hanno deciso di recarsi in Ucraina. «Quest’anno – ha continuato lo stesso Renzi – dal 16 al 30 settembre saremo prima a Leopoli, poi ci sposteremo verso Kherson, Mykolayiv, Dnipro, Zaporižžja, Kharkiv e Kiev. Abbiamo programmato spettacoli giornalieri e un laboratorio teatrale che intendiamo concludere proprio con l’esibizione degli stessi ragazzi che parteciperanno».

«Questa volta – ha concluso Renzi, lasciando poi la parola agli altri presenti – ‘Teatri senza frontiere’ si recherà in un contesto diverso da quello della miseria e della povertà: quello della guerra, fallimento dell’intelligenza del genere umano. Ci recheremo lì con timore, passione e altruismo. Saremo accolti dal Seminario arcivescovile di Leopoli, che ci aiuterà anche negli spostamenti successivi».

Un progetto ambizioso che unisce teatro e solidarietà e che necessita di grande attenzione ed empatia per poter riuscire nell’intento di strappare un sorriso. Su questo argomento si è espresso in modo molto puntuale uno dei partecipanti: Gabriele Claretti, dell’associazione ‘Ho un’idea’: «L’intento è quello di donare un’ora di felicità, un sorriso, ma bisogna farlo con tanta, tanta, attenzione. Bisogna stare accorti sul come comportarsi: non potremo muoverci usando le direttrici adottate di solito. Cosa è opportuno, cosa non lo è invece…tutto in un contesto del genere assume una rilevanza profonda, dobbiamo farci caso».

Presenti alla conferenza anche il sindaco di Montegiorgio, nonché presidente di Provincia, Michele Ortenzi, e l’assessora alla Cultura di Montegiorgio, Michela Vita. Entrambi, per l’occasione, hanno chiarito quanto sia importante per il comune di Montegiorgio essere supporter dell’iniziativa. «Offriamo – hanno dichiarato congiuntamente – tutto il nostro sostegno al progetto. Siamo onorati di ciò e condividiamo pienamente l’idea che l’arte debba esprimere solidarietà e possa allontanare, anche se per poco, dal terrore delle bombe e degli spari».

Elia Frollà


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