Si scalda la politica elpidiense: scintille in Consiglio su conti della Notte+rosa, bandiera Lilla e mozione Cossetto

PORTO SANT'ELPIDIO - Sensazione chiara quella emersa dall'assise di ieri: la bagarre politica è iniziata e quella che sembrava una “maggioranza allargata” ha trovata la sua vera collocazione. C’è un’ala che amministra e una minoranza che diviene nei propri banchi vera e propria opposizione.

di Maikol Di Stefano

Si scalda la politica a Porto Sant’Elpidio. Ieri sera è andato in scena il primo vero consiglio comunale del nuovo percorso amministrativo. Dopo due sedute (giugno e luglio) più legate ai saluti istituzionali che al vero lavoro cittadino, ieri in una riunione di assise che sulla carta presentava pochi (e deboli) temi, si sono alzati i decibel del confronto. In parte lo si aspettava ed era stato preannunciato dalla polemica mossa dal Laboratorio Civico dopo che due interrogazioni non erano state ammesse. Documenti protocollati fuori tempo massimo, quindi da regolamento rimandate al prossimo consiglio comunale. Questa la spiegazione ufficiale, un cavillo su cui ci si aggrappa è invece quanto fatto capire dai consiglieri di minoranza Pierpaolo Lattanzi e Gianvittorio Battilà. Due interrogazioni legate a delle rendicontazioni, una riguardante la “Notte + rosa” andata in scena lo scorso 26 agosto, un’altra sull’appalto dei lavori legati al verde pubblico. Non ammesse, ma che lo stesso Lattanzi ha portato comunque in consiglio comunale, all’interno del punto 5 all’ordine del giorno. Quello che riguardava il rinnovamento della convenzione tra il Comune elpidiense e quello di Maltignano per la segreteria generale dell’ente.

Se sul verde pubblico ha risposto il vicesindaco Andrea Balestrieri: «Non ho qui i dati precisi, ma se volete vi risponde anche subito», affermazione che è bastata ad accontentare la minoranza: «mi basta questa di risposta e ti ringrazio», le parole di Lattanzi, sulla Notte + rosa invece non ci sono stati sviluppi. «Vedo che è un argomento caro a tanti, avete letto sulla stampa di come tale evento sia stato trattato in Regione con un’altra interrogazione del Partito Democratico. – le parole del sindaco Massimiliano Ciarpella – Non abbiamo alcun problema a rispondere, semplicemente non è stata presentata nei tempi tecnici per questo consiglio comunale, se vorrete sarà tema di discussione al prossimo che vi dico già sarà ad ottobre». Perché tutto questo interesse per la notte + rosa? Lo si capisce dagli interventi di Lattanzi, ma anche del sindaco uscente Nazareno Franchellucci; ovvero non si lega tanto ai soldi pubblici comunali, quanto più ai fondi privati e regionali. Soprattutto sotto la lente sono i privati, una forma di “controllo” su eventuali rapporti presenti e futuri con l’ente. Questo è quanto si evince tra le righe dei protagonisti.

Tema più spigoloso del previsto anche quello della bandiera Lilla, mozione presentata da Forza Italia e Laboratorio Civico. Accolta e votata anche dalla maggioranza, ma solo dopo un lungo intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia, Giorgio Marcotulli, il quale ha letto dinanzi a tutta l’assise il questionario per fare richiesta di tale bandiera. Un modo per spiegare che in fondo sì, il Comune lo farà, ma i tempi saranno assai differenti da quelli immaginati dall’opposizione nel momento della presentazione. Questo come mai? Perché il Comune elpidiense è totalmente fuori dai parametri Peba.

Animi che tornano poi ad alzarsi sul finale, quando l’ideologia politica si contrappone sulla votazione per l’intitolazione di una targa in memoria di Norma Cossetto, la giovane istriana stuprata e gettata in una foiba il cinque ottobre del 1943. Una mozione fortemente voluta e presentata dal consigliere di Fratelli d’Italia, Francesco Pacini che l’ha definita: «un gesto di pacificazione». Mozione dibattuta dagli esponenti del Pd guidati da Annalinda Pasquali. «La sua è una figura ancora divisiva, ma proprio come detto dal consigliere Pacini nel suo intervento, noi dobbiamo portare rispetto a tutte le vittime di qualsiasi colore politico. Ricordo che ci sono anche altre intitolazioni da fare, votate in questa stessa assise. La maggioranza ripropone quello di Norma Cossetto, ma ci sono realtà votate all’unanimità come l’intitolazione ad Antonietta Belletti, così come mozioni come quelle per David Sassoli e Gino Strada sono state votate in modo unanime. Tutto questo per dire che una città ha bisogno di ricordare con la propria toponomastica personalità che hanno un oggettivo riconoscimento di tipo pubblico. Io personalmente non mi sento di votare favorevolmente questa intitolazione, ma mi asterrò per rispetto della vittima. Fermo restando il rispetto della storia di Norma Cossetto». Mozione che non trova benestare neanche da parte del consigliere Lattanzi. «Secondo me questo è uno dei motivi per cui le persone di allontano dalla politica, perché in questa sede di consiglio comunale gli argomenti trattati sono questioni che con la gestione a cui siamo chiamati noi c’entrano pochissimo e francamente faccio una grande difficoltà. Non per questo voterò contro, anzi a favore, ma per motivi diversi da quelli detti dal consigliere Pacini. Se di pacificazione vogliamo parlare come giusto che si parli lo facciamo, ma non mettendo le bandierine. La consigliere Pasquali ha elencato le proprie, ora cambiata l’aria cambiano le bandierine e fino a che ne metteremo, la pacificazione non ci sarà mai». A rispondere è la consigliera di maggioranza Gioia Di Ridolfo. «Io sono dell’opinione che parlare di bandierine in questo caso specifico sia quasi irriverente. È ovvio che ognuno abbia necessariamente idea di cosa le foibe sono state. Ognuno probabilmente riconosce le proprie vittime ed io dico che tutte devono essere rispettate, però trovare ancora oggi scusanti dinanzi a Norma Cossetto per riuscire in qualche modo a riconoscerle uno spazio è imbarazzante. La violenza non ha colore politico e faccio fatica ad avvicinarmi all’idea che a questa donna non possa essere riconosciuto uno spazio». Dibattito che si chiude con l’approvazione della mozione e con una sensazione chiara, la bagarre politica è finalmente iniziata e quella che sembrava una “maggioranza allargata” ha trovata la sua vera collocazione. C’è un’ala che amministra e una minoranza che diviene nei propri banchi vera e propria opposizione.

 


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