I carabinieri non dimenticano i loro caduti. Troiani: «Le loro qualità consegnate a noi, così continuano a esistere»

FERMO - Questa mattina al comando provinciale la cerimonia di commemorazione. L'omaggio a Beni, a Luciani, a Tegazi e a Mazzolini. Il comandante provinciale ha desiderato evidenziare «l’importanza dell’impegno e del sacrificio dei carabinieri nel quotidiano servizio, che nel caso dell’appuntato Beni ha superato persino l’istinto di sopravvivenza attraverso un gesto d’amore» 

Nella mattinata di oggi, presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Fermo si è tenuta una cerimonia di commemorazione dei caduti e defunti dell’Arma. Il Comandante provinciale, colonnello Gino Domenico Troiani, alla presenza dei famigliari dei caduti, tra i presenti Maria Tegazi e Mario Tegazi, rispettivamente sorella e fratello del carabiniere Graziano Tegazi, originario di Petritoli e deceduto in servizio il 12 luglio 1969, e Laura Ricci, vedova del maresciallo Egisto Mazzolini, già comandante della Stazione di Porto San Giorgio, scomparso nel 2013, ha ricordato l’eroico sacrificio dell’appuntato Medaglia d’ Oro al Valor Militare Alfredo Beni, cui è intitolato il Comando provinciale, barbaramente trucidato a Porto San Giorgio il 18 maggio 1977 da alcuni malviventi.

È quindi seguita la deposizione di una corona, accompagnata da una benedizione e da un momento di raccoglimento e preghiera officiati da frate Lorenzo del Convento dei Francescani di Fermo in ricordo dei carabinieri recentemente scomparsi, tra i quali il capitano Oskar Luciani. Alla cerimonia erano presenti anche i presidenti delle sezioni dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Fermo, il luogotenente Benedetto Capponi per Fermo, e il luogotenente Michele Losito per quella di Montegiorgio, con alcuni soci in rappresentanza, i quali continuano a diffondere la cultura della legalità nelle comunità in cui operano, prestando la loro volontaria assistenza in tante diverse occasioni. Il colonnello Troiani nel suo saluto ha desiderato evidenziare «l’importanza dell’impegno e del sacrificio dei carabinieri nel quotidiano servizio, che nel caso dell’appuntato Beni ha superato persino l’istinto di sopravvivenza attraverso un gesto d’amore, un sigillo di eternità, un dono che nel giorno dedicato alla memoria indica chiaramente la via da percorrere: le qualità umane dei nostri caduti che appartenevano a loro, ora sono consegnate a noi e chiedono di essere assunte e agite. Solo così loro continuano a esistere attraverso le nostre vite, rendendoci più umani e vicini al prossimo». 


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