di Antonietta Vitali
Perché una donna no? «Quando dico che vado a fare una gara di questo livello, che è una gara no-stop, il primo pensiero che salta in mente alla gente è “ma come fai ad andare in bagno?”. Quello successivo è sempre “Oh mamma, una donna sola, in bicicletta per 7400 km”. Nessuno che si chieda come ci si prepari per una prestazione di questa importanza!».
A raccontarci questo è l’atleta di ultracycling Sarah Cinquini, milanese di nascita e sangiorgese d’adozione, di cui abbiamo già narrato le gesta sportive in precedenza qui su Cronache Fermane con il trionfo alla TransAtlantic Way. O per la sua impresa alla Race Across Italy.
La gara di cui parla Cinquini è la NorthCape-Tarifa, un’avventura a tappe singole, senza supporto, attestata come la gara ciclistica più lunga del mondo con i suoi 7370 km da percorrere in tutta Europa.
Ad intervalli di due anni la data di inizio della prossima edizione sarà il 21 giugno del 2024, giorno del solstizio d’estate, cioè la giornata con più ore di luce al giorno. Una pedalata che parte dal punto più settentrionale a quello più meridionale della terraferma europea attraversando undici stati con le loro culture e i loro scenari. Il viaggio inizia dal nord con la luce del giorno per 24 ore e termina nel Mar Mediterraneo, con un caldo clima soleggiato in vista del prossimo continente, l’Africa. Sarah sarà, come ci conferma la diretta interessata, «la prima donna italiana a partecipare a questa gara, ci sono state altre donne che l’hanno già percorsa ma un’italiana mai».
Ha già iniziato il suo lavoro di preparazione, è seguita da un preparatore atletico, segue una dieta. Il suo piano di allenamento prevede, attualmente fino a febbraio, 13 ore di bici settimanali con l’obiettivo di arrivare in stagione con 24 ore settimanali pedalate. Prima delle NorthCape-Tarifa parteciperà ad una gara di avvicinamento di 1000 km, a Parigi, con il fine di testare materiali, assetto, borse, la partenza sarà il 23 di aprile e prevede tre giorni di pedalata.
Ha pensato anche ad un motto che la riassume in pieno “Sogna, Spingi, Viaggia” che diventerà anche un logo raffigurato da una donna ciclista in mezzo a due ciclisti uomini. Non è un logo scelto a caso, ma un modo per puntare l’attenzione su quel “perché una donna no?” iniziale e sul fatto che il ciclismo è, ancora, a tutti gli effetti, uno sport prettamente maschile.
La disciplina di Sarah, l’ultracycling è una categoria ancora troppo di nicchia perfino per gli uomini. Non è prevista una categoria professionismo neppure per loro che, tuttavia, sono più agevolati nel trovare sponsor che provvedano all’acquisto delle bici e del materiale vario.
Sarah vanta in curriculum di tutto rispetto: la TransAtlantic Way, la Race Across Italy e molte altre prestazioni sportive di alto livello da quando ha iniziato con questa passione dell’ultracycling. Ed è assolutamente il tempo di sostenere le donne che osano far andare il cuore oltre l’ostacolo. Mai stato un tempo più giusto di questo.
Race Across Italy, la nuova impresa di Sarah Cinquini nell’ultracycling (Le Foto)
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