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Race Across Italy, la nuova impresa di Sarah Cinquini nell’ultracycling (Le Foto)

LA CICLISTA milanese d'origine e sangiorgese d'adozione, dopo l'ultima impresa in sella alla sua bici, guarda già alla R.A.F. Race Across France di giugno

Sarah Cinquini

di Antonietta Vitali

«Siamo partiti da Silvi Marina, siamo arrivati sul Mar Tirreno, a Minturno per l’esattezza, abbiamo scavallato l’appennino per poi ritornare a Silvi Marina per un totale di 774 km percorsi. Siamo passati all’andata per Campo Imperatore, al ritorno per Roccaraso superando un dislivello di 11.400 mt.».

Sarah Cinquini, milanese  di origine ma sangiorgese d’adozione, di questa nuova prova ciclistica appena superata cioè la R.A.I. Race Across Italy, ce ne parla così, come se fosse una passeggiata con la Graziella per andare a prendersi un gelato! E invece, anche questa volta, come alla Transatlantic Way in Irlanda di cui ci ha raccontato a luglio dello scorso anno, pioggia, freddo e nebbia, tanta nebbia, al punto di dire al marito che il prossimo step di messa a punto della bici sarà quello di farci montare su dei fari fendi-nebbia. 

Parliamo di 41 ore e 58 minuti, questo il tempo di totale impiegato per terminare il circuito di gara di cui 34 ore e 21 minuti quello effettivo di pedalata. La differenza Sarah l’ha impiegata in due soste in hotel per doccia e riposo perché questo evento di ultracycling, che ha voluto vivere con assoluta tranquillità senza volerne restare impattata fisicamente, l’ha considerato come una prova per la gara a cui parteciperà a fine giugno in Francia, la R.A.F. Race Across France. 

Si tratterà di un percorso decisamente più impegnativo fatto di 2.500 km da percorrere, per 34.000 metri di dislivello, circa dieci i giorni di durata della gara, partenza fissata per il 22 giugno, rientro previsto per i primi di luglio e una regola sulla quale nessun ciclista potrà prescindere, ogni 36 ore 4 ore di riposo obbligatorie. 

Alla Race Across Italy, invece, Sarah è tornata dopo due anni di assenza ritrovandone il «clima sempre bello, divertente, disteso e dove con piacere ho rivisto vecchie amicizie di pedalate». Una gara intermedia che ha scelto di fare per testare sé stessa e i materiali che userà nella prossima gara. Un test che ha superato, nei momenti in cui freddo e pioggia l’hanno stancata, ripensando alle parole che le ripetevano gli organizzatori del circuito irlandese «una volta superata la Transatlantic Way potrete superare qualsiasi prova». 

Confermati come suoi più grandi supporter i sei figli e suo marito che hanno consumato il link da dove potevano seguirla in tempo reale e che scalpitano già all’idea di emozionarsi con lei nel suo prossimo giretto en France.


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