Ennesimo tentativo di furto al Delirium, lo sfogo della titolare: «Così non si riesce a lavorare. Serve anche più illuminazione»

PORTO SANT'ELPIDIO - Il racconto di Rosa Di Lella, titolare del locale all'altezza della pineta di Porto Sant'Elpidio, e vittima dell’ennesimo tentativo di effrazione: «Dal 2010 il Delirium ha subìto la media di 3 furti l’anno. La notte fra martedì e ieri ci hanno riprovato, le luci erano spente ma all’interno stavamo ancora pulendo. Erano le 2.45 circa e i malviventi stavano cercando di sfondare la finestra del bagno. Nessuna risposta dall'amministrazione»

«Dal 2010 il Delirium ha subìto la media di 3 furti l’anno». È lo sfogo di Rosa Di Lella, titolare del pubblico esercizio all’altezza della pineta di Porto Sant’Elpidio, e vittima dell’ennesimo tentativo di effrazione. «La notte fra martedì e mercoledì ci hanno riprovato, le luci erano spente ma all’interno stavamo ancora pulendo. Erano le 2.45 circa e i malviventi stavano cercando di sfondare la finestra del bagno – ha spiegato la titolare – Tutta la notte ovviamente non abbiamo dormito e poi alle 6 abbiamo riaperto le porte ai clienti. Ogni notte è così».

«Ho contattato sia il vicesindaco che l’assessore alla sicurezza con dei WhatsApp verso le 5 del mattino, quando ero veramente stremata». Una serie di messaggi quindi quelli scambiati con l’amministrazione comunale. «Ho chiesto loro come si sarebbero sentiti se fossero stati al nostro posto passando le notti senza dormire per poi riaffrontare una giornata di lavoro. Messaggi visualizzati, ma rimasti senza risposta».

Una situazione che ha lasciato infastidita e delusa la titolare del Delirium. «Neppure un “mi dispiace” da parte loro, ma noi siamo stanchi e arrabbiati. Ci aspettavamo questa visita visto quanto hanno subìto i nostri colleghi nell’ultima settimana. Ora noi siamo qui perché chiediamo più fatti, un prospetto di sicurezza per tutto il lungomare e non solo per il centro – prosegue – Chiediamo una pineta illuminata a giorno visto che ci sono fari accesi al 40%. Chiediamo una spiaggia libera, illuminata e soprattutto chiediamo una cosa importante: vogliamo lavorare con serenità e allegria. Perché il nostro lavoro è donare svago all’utente».

Maikol Di Stefano


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