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Informazioni, scelte e attendibilità delle fonti (Ascolta il podcast)

IL PUNTO del docente di psicologia Luca Pieti sulla società dell’informazione sulla scelta delle fonti e su come questo possa influire sulle giovani generazioni

Luca Pieti

Approfondimento di Cronache Fermane a cura dello psicologo e formatore fermano Luca Pieti, docente presso l’Università degli Studi di Padova e presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, nonché autore del libro “Giovani, social e disoccupati” edito da Franco Angeli.

«L’organo più importante dell’animale uomo, l’homo sapiens, è il cervello. Questo roseo e buffamente informe strumento, per funzionare in modo efficiente, necessita sì di glucosio, certamente di ossigeno, ma soprattutto deve alimentarsi di obiettivi da raggiungere ed essere sottoposto a molteplici stimoli – spiega il docente Luca Pieti -. Oggi, grazie alla rete, tutti possiamo ascoltare dibattiti sui vaccini, su come guarire i reumatismi o comprendere le tattiche militari dello scontro Russia-Ucraina, paragonandole alle gloriose battaglie di Carlo Magno o Napoleone. Insomma, tantissime opportunità che qualche anno fa potevamo solo immaginare».

Ascolta il podcast:

«C’è sempre un però. Un po’ di male è contenuto nel bene e viceversa, come insegnano le dottrine orientali, in modo molto efficace con lo yin e lo yang. Qual è dunque la nostra porzione di male in tutto questo bene? Riassumendolo in due parole, gestire le informazioni e prendere decisioni. Il nostro approccio all’informazione, la troppa informazione, ha subito un processo che tutti più o meno consapevolmente abbiamo adottato. Delegare alle notifiche quale informazione far entrare oppure no. Attenzione, sono le notifiche a decidere, non noi. Comodo e sicuramente utile. Questo atteggiamento però addormenta il nostro cervello, se così possiamo dire, in modo poco scientifico ma sicuramente chiaro, rendendo tutti noi come degli imbuti che assimilano informazioni, senza domandarsi se sia un’informazione di qualità oppure no» sottolinea lo psicologo Pieti.
«Questo ha chiaramente ripercussioni sull’attendibilità delle fonti e la nostra capacità critica. È certamente un problema che riguarda tutti ma quello su cui vorrei far riflettere questa volta è come questo comportamento appreso e passivo, influenzi un cervello giovane che si sta sviluppando, un cervello con poca esperienza che sta definendo la propria identità le proprie opinioni e che si appresta a fare delle scelte ma soprattutto prendere decisioni».

Francesco Silla


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