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Diffamato via social con un video, Salvatelli la spunta: arrivate le condanne

PORTO SAN GIORGIO - Diffamato attraverso un video, l'ex assessore, Lauro Salvatelli dopo la revoca dell'incarico, ha deciso di querelare il responsabile del video risalente allo scorso agosto che lo attaccava e che è stato condannato per diffamazione aggravata. Una regia? «Mi auguro di noperò sicuramente quando uno fa 10 atti e 9 sono rivolti a una persona...qualche pensiero mi è venuto»

Da dx Lauro Salvatelli e l’avvocato Andrea Agostini

di Serena Murri 

Diffamato attraverso un video, l’ex assessore, Lauro Salvatelli dopo la revoca dell’incarico, ha deciso di querelare il responsabile del video risalente allo scorso agosto che lo attaccava e che è stato condannato per diffamazione aggravata.

Arrivata la condanna da parte della magistratura, Salvatelli ha raccontato la vicenda, convocando la stampa questa mattina nello studio del suo avvocato, Andrea Agostini. «Sin dall’inizio del mandato -ha spiegato l’ex assessore Salvatelli – sono stato attaccato più volte sia sulla stampa che sui social, sul mio operato di assessore ai lavori pubblici ma anche in altri settori, con attacchi di carattere personale. Niente di strano per chi si candida in politica ma quando qualcuno si spinge oltre, è il caso di mettere dei paletti. La diffamazione non è una cosa bella». Ad agosto «è stato pubblicato un video via social – ha ricordato Salvatelli – in cui si è superato il limite parlando di tangenti e cagnotte. Così ho chiesto all’avvocato Agostini di tutelarmi. Erano tutti argomenti che servivano a gettare fumo negli occhi ai sangiorgesi e a screditare la mia figura. Finché si tratta di scelte politiche va bene ma se si va sul personale e si parla di tangenti, non ci sto e vado per vie legali».

Nel mirino delle accuse veicolate nel video via social, vi erano gli “occhi di gatto” installati sul lungomare quando è stata fatta la corsia ciclabile. «Le due non verità nel video – ha spiegato Salvatelli – sono, per prima cosa, che da assessore alla viabilità ho dato seguito ad un atto scritto disposto da mesi. La seconda non verità è stata quella di dire nel video che erano costati 20 mila euro quando invece erano costati 2 mila euro. La cifra è stata gonfiata per dire e commentare animatamente nel video che io spendevo e spandevo. Questo mi ha dato fastidio. Si parlava anche del semaforo pedonale a sud, richiesto da una parte della cittadinanza, che con le spese annesse è costato 23 mila euro, mentre il fautore del video parlava di 30 mila euro. Il tutto per buttare fumo negli occhi e screditare la mia persona. Questo non è corretto. Così si scredita anche l’immagine della città». Salvatelli ha sporto querela, cosa che ha portato alla condanna delle persone coinvolte, anche quelle che hanno dato seguito con messaggi e quant’altro al video via social.

Lauro Salvatelli

Alla domanda dell’esistenza o meno di una regia dietro al video, Salvatelli ha risposto: «Mi auguro di no – ha risposto Salvatelli – però sicuramente quando uno fa 10 atti e 9 sono rivolti a una persona…qualche pensiero mi è venuto. Non posso dire altro. Ci potrebbe stare. Ma si tratterebbe di qualcuno che non vuole bene a Porto San Giorgio sennò perché creare caos e gettare fango su una persona? Per questo, mi auguro abbia agito in maniera autonoma e senza indirizzi politici».

Andrea Agostini, in qualità di avvocato di Lauro Salvatelli, ha spiegato: «La critica politica di solito si giustifica ma arrivare ad un decreto penale di condanna nei confronti di chi diffama sui social un politico non capita tutti i giorni. È accaduto per aver menzionato cifre specifiche usando le espressioni tangenti e “cagnotte”. Così si va ad adombrare serietà e competenza. Salvatelli ha tollerato per tutto il mandato un crescendo di attacchi social. La misura è stata raggiunta ad agosto con questo video dove si è andati oltre le righe. Salvatelli pensava di lasciar correre ma dopo che gli è stato revocato l’incarico, non avendo più responsabilità pubbliche, ha voluto tutelare la sua immagine, avendo famiglia, amici, relazioni sociali. Non poteva accettare che si dicesse che prendeva tangenti. Ho documentato l’infondatezza delle accuse ed è arrivato il decreto penale di condanna datato il 2 febbraio».

Da quella data, i condannati hanno 20 giorni di tempo per decidere se fare ricorso. Due le condanne, di cui una reiterata infraquinquiennale, con ammende rispettivamente da 1500 euro e 600 euro. Mentre la scelta, per Salvatelli sarà quella se proseguire civilmente o penalmente.


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