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Una targa nel ricordo di Norma Cossetto vicino alla scuola “Pennesi”

PORTO SANT'ELPIDIO - Cerimonia presieduta dal sindaco Massimiliano Ciarpella, dal vice Andrea Balestrieri, dal presidente del Consiglio comunale Digo Tofoni e dal consigliere Francesco Pacini. Presenti anche Carabinieri, Questura, Polizia Municipale e le Associazioni dei Bersaglieri, dei Marinai d’Italia e di quartiere

 

Una targa nel ricordo di Norma Cossetto a pochi passi dalla scuola Pennesi. La cerimonia è avvenuta stamane a Porto Sant’Elpidio, presieduta dal sindaco Massimiliano Ciarpella, il vicesindaco Andrea Balestrieri, il presidente del consiglio comunale Diego Tofoni e il consigliere di Fratelli d’Italia e di maggioranza Francesco Pacini.

«Oggi per noi è un giorno importante e di festa, perché dopo un lungo percorso riusciamo ad intitolare un luogo ad una delle figure centrali delle Foibe. È stata una lunga battaglia perché non tutti, all’inizio, riconoscevano l’importanza di tale vicenda».

A parlare è proprio Pacini, che aveva presentato lo scorso ottobre a ridosso della data di nascita di Cossetto, la mozione per l’intitolazione di uno spazio alla 23enne vittima delle Foibe. «Per me è una grande emozione ed un onore essere qui a questa cerimonia. Questo è un momento che ha un grande valore simbolico, perché il 10 febbraio è il giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo del popolo istriano. È importante che ci sia questo ricordo, di quello che dal 1943 al 1945 i nostri connazionali hanno subito. Un periodo duro e di guerra, dove per non rinnegare la nostra patria tanti connazionali hanno subito tanto. – spiega il primo cittadino, che poi si sofferma sul perché della collocazione a pochi passi dalla scuola elementare Pennesi – Abbiamo scelto un luogo simbolico, vicino ad una scuola, dove i bambini che passano possono chiedersi chi era Norma Cossetto e scoprirne la storia così da avere una memoria condivisa e far sì che ciò che è accaduto, non avvenga più. Una giovane ragazza di 23 anni che ha dovuto subire delle atrocità solo perché italiana».

Una cerimonia nella quale il sentimento della voglia di non dimenticare è vivo nelle parole di tutti. Anche del presidente del consiglio comunale Tofoni. «Sono orgoglioso di presenziare a questa cerimonia, in ricordo di una vittima ingiustificata. Una tragedia che vede una giovane studentessa universitaria colpevole di non si sa cosa alla fine».

Una cerimonia particolarmente sentita da Andrea Balestrieri, che sulla realtà di Norma Cossetto aveva aperto un dialogo quando ancora era consigliere d’opposizione. «Per me essere qui ha un doppio motivo d’orgoglio. Sin dal 2016 portiamo avanti questa battaglia ed oggi è una realtà. Porto Sant’Elpidio può avere un luogo per Norma Cossetto. Una ragazza violentata per 18 volte su un tavolo, trucidata e buttata in una foiba. – spiega il vicesindaco, che poi si sposta sul racconto dell’esodo istriano – Non si può non piangere ascoltando le testimonianze di quanti italiani, per difendere la loro patria, la nostra bandiera, hanno dovuto abbandonare la loro vita e le loro case. Le pagine strappate violentemente per molti anni dai libri di scuola, è giusto che tornino al loro posto. Mai più devono accadere cose simili».

Tra i presenti alla cerimonia anche l’Arma dei Carabinieri e la Questura di Fermo oltre che la Polizia Municipale elpidiense. Insieme a loro l’Associazione dei Bersaglieri e dei Marinai d’Italia, le associazioni di quartiere. Inoltre il comitato 10 Febbraio, che ha voluto omaggiare Norma Cossetto attraverso le parole di Mauro Tosoni. «Io sono molto più che commosso, non ho nulla d’aggiungere a quanto detto prima. Noi eravamo quella piccola minoranza che questa storia la conosceva, perché tramandata da amici e nelle sedi di partito. Io per oltre 43 anni ho portato avanti questo ricordo, questa battaglia, fino ad incontrare questo momento favorevole che ha portato ad onorare i martiri e gli esuli».

Parole a cui fanno eco quelle di Elisabetta Sabatini vice presidente di Anvgd. «Oggi è un giorno importante. Abbiamo ottenuto qui, quello che da altre parti, non siamo riusciti ad avere. Ci avevano proposto di fare in altre realtà una targa per tutte le vittime del 900. Proposta a cui abbiamo detto no, perché con tutto il rispetto delle altre vittime, noi parliamo delle nostre. Io non sono nè figlia, nè nipote e non ho nel cassetto foto che mi possano ricollegare a questo pezzo di storia, ma sono italiana e questo mi lega a tutti gli italiani che sono morti per difendere il tricolore».

Maikol  Di Stefano


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