facebook twitter rss

Difficoltà e gap nella gestione dei casi “ibridi”. La zona grigia tra arresto e Tso, Vesprini: «Noi sindaci con le mani legate. Vanno riviste le leggi»

IL CASO - Il primo cittadino di Porto San Giorgio porta alla luce il «cortocircuito nel gestire casi, e sono molti, in cui l'arresto non è previsto e non vi sono i requisiti per il trattamento sanitario obbligatorio. Noi possiamo solo richiedere più controlli mirati alle forze dell'ordine che, insieme a sanitari e magistratura, a me hanno mostrato molta disponibilità e collaborazione. Ma in certe situazioni ci si sente impotenti di agire per dare risposte ai cittadini»

Il sindaco di Porto San Giorgio, Valerio Vesprini

di Sandro Renzi

C’è un qualcuno che dà in escandescenza, che disturba i vicini, che, per usare un eufemismo, passa il segno e genera allarme tra i vicini di casa? Semplice, verrebbe da dire: arriva il sindaco, firma il Tso (trattamento sanitario obbligatorio) e tutto, almeno per un pò di tempo, è risolto con il soggetto in questione preso in cura dal dipartimento di Psichiatria.

E invece no. Non è affatto così. A riportare a galla un corto circuito nella gestione di casi “limite”, o sarebbe meglio dire “ibridi”, è il sindaco di Porto San Giorgio, Valerio Vesprini. Questa volta è toccato a lui, infatti, confrontarsi con uno di questi casi. E lo sta facendo da mesi. Una situazione che lo vede in prima linea, pronto a intervenire ma poi, all’atto pratico quel suo intervento, almeno per il momento, non può che limitarsi alla presenza in ospedale e alla manifestazione di vicinanza ai concittadini che sistematicamente lanciano e rilanciano l’allarme.

«Stiamo parlando di un uomo che da alcuni mesi vive nella nostra città e che da tempo si rende protagonista di situazioni, diciamo, spiacevoli. E’ attenzionato fin dal suo arrivo ma l’escalation l’abbiamo dal 16 febbraio scorso (fino all’ultimo episodio di giovedì notte)». La persona in questione, dopo ogni episodio di escandescenza, viene raggiunto da forze dell’ordine e sanitari che lo accompagnano in ospedale. E lì lo stesso Vesprini si è recato anche ieri mattina all’alba. Ma poi quel paziente viene dimesso e se ne torna a casa. Un andirivieni tra Murri e abitazione che sembra non trovare né soluzione né fine. «In effetti è così – conferma il sindaco – ha problemi personali di salute e momentanei stati di alterazione psico-fisica. Si tratta di un soggetto maggiorenne e non può essere obbligato a sottoporsi a cure e terapie. E non può nemmeno essere trattenuto in una struttura sanitaria contro la sua volontà. Questa è la legge, dura lex sed lex, diceva qualcuno prima di noi».

Il Pronto soccorso di Fermo

 

C’è chi, sui social, “suggerisce” l’arresto o il trattamento sanitario obbligatorio. Insomma dei provvedimenti ad hoc per mettere fine a simili situazioni: «Ecco, allora sgombriamo il campo da proposte e idee lanciate qua e là senza cognizione di causa – puntualizza Vesprini – un sindaco non può firmare un Tso senza la prescrizione di un sanitario. E in questo caso i medici non hanno ravvisato elementi o condizioni tali da giustificare un simile trattamento. Non è stato valutato soggetto psichiatrico ma ha solo un’alterazione comportamentale momentanea. Insomma, per un Tso non ci sono i requisiti né le condizioni fisiche del soggetto, almeno per ora. In città abbiamo diverse situazioni simili. E a me piacerebbe firmarne di Tso, non sapete quanti – Vesprini si concede una battuta tornando, però, subito serio – ma non è così semplice. Arresto? Anche in questo caso sgombriamo il campo: se un soggetto non si rende protagonista di fatti gravi, o comunque previsti dalla legge, mica può essere arrestato».

Insomma un sindaco può ben poco, le forze dell’ordine e i sanitari idem. Che si fa? «Questa domanda non trova risposte, ahimè. E, sono sincero – ammette il primo cittadino sangiorgese – crea in me, e credo anche nei miei colleghi che affrontano questi casi, un certo senso di frustrazione e sconforto. Ci troviamo, da una parte, a dover affrontare delle situazioni limite, dall’altra ci sono i nostri concittadini che chiamano e vorrebbero delle risposte nei fatti. Ma noi siamo impotenti e oltre che mostrare la nostra vicinanza, possiamo ben poco. Certo, io personalmente, per i casi che mi riguardano, ho chiesto più controlli mirati e tutte le situazioni sono puntualmente attenzionate. Consentitemi di ringraziare le forze dell’ordine, i volontari della Croce azzurra e i sanitari del Pronto soccorso, la magistratura. Tutti molto disponibili e collaborativi, anche perché il gioco di squadra è fondamentale» ma non è che porti molti frutti nella risoluzione del problema: «E’ lo Stato che deve intervenire cambiando le disposizioni, le norme e le regole per consentire di intervenire in maniera efficace a tutela della sicurezza dei soggetti interessati e dei cittadini che vengono investiti da queste situazioni».

Nella “faretra” di un sindaco, però, ci sono anche i servizi sociali. Perché non sono intervenuti? «Ripeto, qui siamo in presenza di un maggiorenne, indipendente e che non presenta situazioni conclamate di indigenza. E poi, sia chiaro – rimarca Vesprini – un soggetto deve anche manifestare la volontà di essere aiutato. Formalmente non ne ha bisogno. Schiamazzi e disturbo della quiete pubblica? Beh disturbi ci sono da tempo ma non in maniera continuativa. Solo di recente sono più frequenti. L’asticella si sta alzando, è vero. Ma per il momento io più che chiedere maggiori controlli non posso fare. E una maggiore attenzione da parte delle forze  dell’ordine, che ringrazio, c’è eccome. Poi, lo sappiamo, eventuali restrizioni, per casi gravi e conclamati, deve essere il giudice ad emetterle».

Dà di nuovo in escandescenza in piena notte. Vesprini categorico: «Per quell’uomo bisogna trovare una soluzione»

Casa allagata, si attiva la macchina dei soccorsi

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti