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Urbanistica e sanità, Pd alla carica: «Con noi i fondi ma ora manca una visione. Destra e civismo non incidono sul Fermano»

FERMO - I dem: «Mancano molte risposte poiché manca una visione di sviluppo, una variante che non ha alcuna assonanza con quella che dovrebbe una scelta strategica per lo sviluppo di servizi territoriali della sanità. Tutto questo vanificato da una scelta urbanistica liberista e on demand, ma a perdere da questo incremento di strutture a destinazione commerciale ed abitativa sarà l’intera comunità territoriale. Il prezzo maggiore verrà pagato dal centro storico ed i quartieri ad esso limitrofi che andranno incontro ad una inevitabile crisi economica e demografica».

«Il lavoro che il Partito democratico ha portato avanti negli anni ha contribuito a cambiare volto alla città di Fermo e all’intero territorio provinciale. Un lavoro che, con grande senso di responsabilità, ha sempre messo in primo piano le esigenze della popolazione, indipendentemente dal colore politico di chi amministra. Nonostante gli ingenti finanziamenti derivanti dal NextGenerationEU, la destra regionale ha fatto arrivare solo briciole al nostro territorio, dimostrando che i consiglieri di destra e il civismo che sta governando il nostro territorio non hanno la forza e l’autorevolezza per influenzarne le politiche. Le continue passerelle e il taglio di nastri di opere ideate e finanziate grazie alla visione dei governi di centrosinistra, lasceranno presto il posto alla desertificazione economica e sociale dovuta alla mancanza di una progettazione politica coraggiosa e lungimirante».

Sono le accuse mosse dal Pd di Fermo che rilancia: «Abbiamo finanziato 100 milioni di euro per la realizzazione del nuovo ospedale a Campiglione di Fermo (70 con il primo bilancio nel dicembre 2015 e 30 con l’ultimo bilancio nel dicembre 2019) e con esso altri 11 milioni per la viabilità di adduzione. Questi ultimi finanziamenti prevedono la realizzazione della rotatoria di San Marco, l’ampliamento della Lungotenna e l’ammodernamento della corta per Torre. A questi si aggiungono gli oltre 7 milioni di investimento della provincia per la viabilità di collegamento e che, a seguito dell’elezione di Ortenzi con Calcinaro al suo fianco, non ha visto traccia ulteriori stanziamenti. Ma oltre a ciò che è già stato investito, il territorio intorno al nuovo nosocomio deve avere una progettualità armonica che consideri i bisogni e il benessere del capoluogo e dell’intera provincia. Un’opportunità che – incalzano i dem – la nostra provincia, quella col reddito pro capite più basso delle Marche, deve saper sfruttare. Per tornare a dare un futuro e una programmazione politica e sociale degna di nota, è necessario ristabilire tempestivamente il tavolo per lo sviluppo e la competitività cui facevano parte tutte le associazioni di categoria, dai sindacati fino a Confindustria. Tavolo nato grazie al lavoro della presidente della provincia Moira Canigola (PD) interrotto poi con il cambio dell’amministrazione provinciale guidato dalla destra. Mancano molte risposte poiché manca una visione di sviluppo, una variante che non ha alcuna assonanza con quella che dovrebbe una scelta strategica per lo sviluppo di servizi territoriali della sanità. Tutto questo vanificato da una scelta urbanistica liberista e on demand, ma a perdere da questo incremento di strutture a destinazione commerciale ed abitativa sarà l’intera comunità territoriale. Il prezzo maggiore verrà pagato dal centro storico ed i quartieri ad esso limitrofi che andranno incontro ad una inevitabile crisi economica e demografica. A questo si aggiunge il silenzio sul futuro dell’attuale ospedale Murri, la cui riconversione deve essere discussa il prima possibile per dare prospettive ad una struttura importante, che deve essere valorizzata e sfruttata al meglio, anche per quelle attività che vivono nel suo intorno».

 

 


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