Associazioni pro-vita nei consultori, il Pd Fermo tuona: «Fratelli d’Italia mette sotto attacco il diritto all’aborto»

POLITICA - «Davanti ai nostri occhi stia avvenendo, in maniera chiara ed esplicita, un ulteriore attacco ai diritti delle donne e un’ennesima violenza sui loro corpi». Gli interventi di Greta Vesprini, responsabile Pari Opportunità, Anna Morrone e Catia Ciabattoni dell'assemblea nazionale Donne democratiche

Il Pd della Federazione Fermo entra in merito alla questione dei consultori. Un tema che è al centro delle cronache nazionali. «Ricorderemo tutte e tutti quando Giorgia Meloni assicurò che non avrebbe toccato la Legge 194 ed invece ci ritroviamo, ancora, a difesa del diritto all’aborto posto continuamente sotto attacco dal Governo capeggiato da Fratelli d’Italia – a parlare è Greta Vesprini, responsabile Pari Opportunità -. E’ stato emanato infatti un emendamento al PNRR il quale prevede che le regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, possano avvalersi anche del coinvolgimento di soggetti che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità. Nello specifico ci si riferisce alle associazioni Pro Vita. E’ vergognoso constatare che davanti ai nostri occhi stia avvenendo, in maniera chiara ed esplicita, un ulteriore attacco ai diritti delle donne e un’ennesima violenza sui loro corpi. E’ opportuno ricordare che viviamo in un Paese dove sono stati fatti enormi tagli al welfare e a rimetterci sono stati gli stessi consultori ostacolati dalle destre a livello locale. Inoltre, il diritto all’interruzione di gravidanza è difficile, con circa il 70% degli obiettori di coscienza e per questo le donne si ritrovano a viaggiare fuori dalla propria regione per porre fine alla gravidanza.
Mentre la Francia inserisce la tutela del diritto all’aborto in Costituzione, l’Italia continua ad arretrare. Noi sosteniamo fermamente il nostro NO a tutto questo. I consultori sono strutture sociosanitarie gratuite e laiche che garantiscono nei territori benessere ed autodeterminazione attraverso il supporto ai percorsi di affermazione di genere e alle libere scelte sulla maternità e sull’aborto. Sono luoghi nei quali le donne devono sentirsi al sicuro, libere di autodeterminarsi e di scegliere cosa fare del proprio corpo. Fuori gli antiabortisti dai consultori!».

Sul tema interviene anche Anna Morrone, dell’Assemblea Nazionale Donne Democratiche: «Con questo emendamento si va a ledere il diritto all’autodeterminazione di noi donne! La donna deve essere rispettata nella sua libera scelta, non deve essere persuasa o moralmente costretta a non abortire. Invece di finanziare i consultori per dotarli di personale e strumenti finalizzati all’informazione, alla prevenzione e alla tutela della salute, la destra riprova a riaprire le porte alle associazioni antiabortiste. Si continuano a mettere mille ostacoli all’effettiva applicazione della 194; questo avviene soprattutto nelle Marche, una regione che rende sempre più difficile il ricorso a interruzioni di gravidanza sicure e gratuite. Nessuna conquista, nessun diritto è per sempre se non lo difendiamo con impegno e lotta. Siamo pronte a mobilitarci per difendere la 194, una legge di civiltà».

A chiudere è Catia Ciabattoni, dell’Assemblea Nazionale Donne Democratiche: «Mentre l’Europa ha appena approvato la risoluzione per inserire l’aborto tra i diritti fondamentali dell’Ue, il Governo italiano ha deciso di remare nella direzione contraria e ha pensato di rafforzare la presenza delle organizzazioni antiabortiste nei consultori finanziate con i soldi del PNRR. Viviamo in un paese in cui il ricorso all’interruzione di gravidanza è già sotto attacco, in cui è già difficile accedere alla pratica, in cui le donne devono viaggiare fuori provincia o addirittura fuori regione per riuscire ad abortire. In altri Paesi inseriscono la tutela del diritto all’interruzione di gravidanza in Costituzione l’Italia invece sceglie di fare un ulteriore passo indietro. È sempre più necessario opporci a questa politica oscurantista del governo Meloni affinché i diritti acquisiti dalle donne non possano essere ulteriormente messi in discussione ed è quello che faremo, combattendo per garantire la libertà delle donne , delle leggi italiane contro qualsiasi ingerenza».


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