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Stampavano documentazione falsa per ottenere fondi Inps e permessi di soggiorno: in tre nei guai

FERMANO - Le indagini dei carabinieri hanno portato a smascherare una rete fraudolenta, con al centro un'azienda di consulenza con sede a Fermo, gestita da un cittadino italiano 55enne. In concorso con lui, un cittadino albanese cinquantenne e un cittadino gambiano 30enne, entrambi residenti rispettivamente a Fermo e Porto Sant'Elpidio. Le azioni pianificate e messe in atto da questi soggetti, hanno portato alla percezione di erogazioni non dovute dall'INPS, e alla fabbricazione di documentazione falsa, utilizzata per ottenere il rilascio e la proroga di permessi di soggiorno di lungo periodo, basati su inesistenti rapporti di lavoro subordinato

In un’operazione che mette in luce la costante vigilanza e l’efficace azione dell’Arma nel contrasto alla criminalità economica e alla falsificazione di documenti, i Carabinieri hanno recentemente concluso un’importante indagine, sfociata nel deferimento di tre individui implicati in un complesso schema di truffa e contraffazione. Le indagini, condotte con meticolosità hanno permesso di disvelare un’articolata attività illecita volta alla percezione indebita di fondi e alla contraffazione di documenti per il rilascio di proroghe di visti di soggiorno. Al centro di questa rete fraudolenta, un’azienda di consulenza con sede a Fermo, gestita da un cittadino italiano 55enne. In concorso con lui, un cittadino albanese cinquantenne e un cittadino gambiano 30enne, entrambi residenti rispettivamente a Fermo e Porto Sant’Elpidio, hanno contribuito alla creazione di una realtà aziendale e di rapporti di lavoro completamente fittizi.

Le azioni fraudolente, pianificate e messe in atto da questi soggetti, hanno portato alla percezione di erogazioni non dovute dall’INPS, e alla fabbricazione di documentazione falsa, utilizzata per ottenere il rilascio e la proroga di permessi di soggiorno di lungo periodo, basati su inesistenti rapporti di lavoro subordinato. L’intervento dei Carabinieri non si è limitato al semplice deferimento dei responsabili, ma ha anche il permesso di annullare due rapporti di lavoro fittizi, con un conseguente recupero contributivo pari a 6.000 euro, dimostrando così l’efficacia delle strategie di prevenzione e repressione messe in campo. L’autorità giudiziaria è stata informata delle indagini e delle prove raccolte dal Nucleo Ispettorato del Lavoro dei Carabinieri di Ascoli. «Questa operazione ribadisce il messaggio chiaro che l’Arma è fermamente impegnata nella lotta contro l’illegalità e nella tutela dei diritti civili – affermano i Carabinieri – confermando l’efficacia della sinergia operativa nel contrasto a fenomeni di criminalità complessa quali quello in esame».


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