Legge 194, il Pd elpidiense sbotta: «Ulteriore stretta sui diritti»

PORTO SANT'ELPIDIO - I dem tornano sul tema riguardo la Legge 194: «Spalancare le porte dei consultori ai pro-life è un attacco diretto ai principi fondamentali della 194 perché introduce un ulteriore scoglio ad una scelta di per sé difficile e delicata»

«La legge 194 descrive i servizi forniti da consultori o strutture sanitarie abilitate presso cui una donna si deve rivolgere per l’interruzione di gravidanza. Le strutture, oltre a garantire gli accertamenti medici, sono dotate di diverse figure professionali (ginecologi, psicologi, ostetriche ed assistenti sociali) che hanno il compito di valutare la situazione con la gestante, esaminare possibili soluzioni dei problemi, aiutare a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, mettere la donna nella posizione di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la persona ed offrire tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto; se non viene riscontrato il caso di urgenza, la invita a soprassedere per sette giorni. Tutti questi passaggi assicurano che la scelta di interrompere la gravidanza sia informata, consapevole e sicura. Una norma è di estremo equilibrio, come anche affermato dalla premier Meloni in una recente intervista. Sorprende quindi che il piano di ripresa e resilienza italiano contenga una implementazione della legge e misure che consentano alle regioni, cui spetta organizzare i consultori, di introdurre le associazioni pro-vita nei consultori quando questi presidi sanitari già svolgono una funzione preventiva». E’ la nota del Partito Democratico di Porto Sant’Elpidio che entra in merito al dibattito sulla Legge 194.

«Ci solleva il fatto che l’Unione Europea abbia bocciato il decreto del PNRR riguardante i consultori perché, come spiega il portavoce EU per gli affari economici, quella misura non ha niente a che fare con il piano di governance del nostro paese – continuano i dem -. Se la 194 è perfetta sulla carta, la sua applicazione non lo è. Far valere il diritto di interruzione di gravidanza nel nostro paese è difficile per l’esiguo numero di consultori, per il depotenziamento del personale ed elevata percentuale di obiettori di coscienza. In riferimento alla situazione nelle Marche, la consigliera regionale del PD Manuela Bora ha presentato una interrogazione al presidente Acquaroli sul mancato recepimento delle nuove disposizioni nazionali emanate dal Ministero della salute nel 2020 e riguardanti i protocolli per l’introduzione di gravidanza. Nella provincia di Fermo sono presenti 6 consultori, uno ogni 30.000 abitanti sebbene l’Istituto superiore di sanità ne raccomanda uno ogni 20.000. Nelle strutture fermane, quasi la totalità dei ginecologi è obiettore di coscienza, costringendo le gestanti a doversi rivolgere anche fuori regione».

«Gli uomini e le donne del Partito Democratico elpidiense denunciano che l’attuale governo di centrodestra – aggiungono i dem – sia a livello nazionale che regionale, dimostra di essere più interessato a dare una ulteriore stretta sui diritti alla riproduzione piuttosto che tutelare l’autodeterminazione ed una maternità di qualità; la gestazione è una fase temporanea mentre l’accompagnamento di una vita fino all’età adulta è un processo più lungo e complesso. Esistono già numerosi ostacoli per avere accesso ai servizi di assistenza e che non sia in alcun modo necessario potenziare le associazioni anti-abortiste. Spalancare le porte dei consultori ai pro-life è un attacco diretto ai principi fondamentali della 194 perché introduce un ulteriore scoglio ad una scelta di per sé difficile e delicata».

«Riteniamo che siano invece urgenti delle politiche sanitarie e per la famiglia – concludono dal Pd – che aumentino il numero dei presidi territoriali ed i servizi, che assicurino la piena attuazione delle disposizioni nella legge 194, tutelino la libertà di autodeterminazione, favoriscano l’emancipazione ed accompagnino le famiglie nel percorso educativo dei figli».

Sul delicato tema della 194 la redazione di Cronache Fermane ha contattato anche FdI per una replica. Il partito della Meloni, a livello locale, per il momento preferisce non replicare. Ma non si esclude possa farlo a stretto giro di posta.


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