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Disastro sportivo nelle Marche, più che i soldi mancano le idee

SPORT – L’Ascoli si è aggiunta alla ‘lista dei cattivi’, dietro a Fermana e Vl Pesaro. L’Ancona non va certo a gonfie vele. L’unica a esultare è la Yuasa Battery. La disponibilità economica sicuramente è utile ma a servire davvero sono le idee brillanti ed i progetti virtuosi

Immagine di repertorio

 

di Alessandro Luzi

Fermana e Ascoli hanno capitolato. L’Ancona ha resistito ma fino all’ultima giornata sul club pendeva la spada di Damocle della retrocessione. Annata nera anche per il basket con la Vl Pesaro che ha salutato la massima serie e le squadre locali che non decollano. Insomma, pensando all’impresa della Yuasa Battery Grottazzolina viene in mente la scena in cui Ted di How I met your mother, seduto al banco di un pub, con lo sguardo perso nel vuoto, ripete a sé stesso “Guardati, sei solo”. Un frame diventato poi un meme. Attorno all’impresa della Yuasa ci sono solo macerie e terreni aridi. Il disastro era annunciato. Ormai da troppo tempo queste squadre di vertice nello sport marchigiano si muovevano pericolosamente sul filo del rasoio. Le avvisaglie di una Caporetto erano arrivate, forti e chiare. Gli scricchioli iniziavano a diventare sempre più insistenti e allo stesso tempo inquietanti. Visti con gli occhi di oggi, i playoff raggiunti dall’Ascoli e dalla Vl Pesaro si sono rivelati degli episodi occasionali. Sembrava che qualche società fosse riuscita a scrollarsi di dosso la pesantezza di sostare costantemente nei bassifondi delle classifiche e sbucare con la testa fuori dalle sabbie mobili. Ma così non è stato. E l’ultimo drammatico capitolo si è consumato al Del Duca.

Come sempre accade dopo una catastrofe sportiva, ora parte la caccia al responsabile. Colpa dei giocatori? Colpa dei presidenti? Colpa dell’allenatore? Può darsi. È evidente che quando si retrocede, dal punto di vista tecnico tattico tante cose non hanno funzionato. Un altro tema finito nel calderone riguarda le scarse possibilità economiche delle società. Sicuramente questo incide. Quando mancano i soldi non si possono comprare atleti forti: un’affermazione fin troppo banale. Ma avere disponibilità economica significa davvero avere in mano la possibilità di raggiungere un obiettivo? No, perché le squadre non si costruiscono come nei videogiochi: si comprano tutti i giocatori più forti e si vincono le partite. Basta guardare le grandi squadre europee. Le varie sessioni di calciomercato faraoniche del Psg non hanno mai portato alla vittoria della Champions League. Lo stesso è valso per il Chelsea e per la Juventus quando acquistò Cristiano Ronaldo. Il leggendario Johan Cruyff (uno che di idee se ne intendeva) diceva “non ho mai visto un sacco di soldi fare gol”. Ecco, avere la piscina piena di pecunia in stile Paperon de’ Paperoni aiuta ad ottenere successi ma se non si hanno delle idee chiare sul progetto sportivo, la strada verso il fallimento è in discesa.

Indipendentemente dalle finanze, bisogna mettere in campo delle idee brillanti e dei progetti granitici. In questa stagione, oltre a squadre economicamente potenti, sono emerse la compattezza del Borussia Dortmund, l’imprevedibilità del Bayern Leverkusen, la fantasia del Bologna, la furia dell’Atalanta. Il progetto tecnico coincide perfettamente con quello societario. Ci sono idee precise, tutti remano verso la stessa direzione e la barca viaggia spedita ormai da diverse stagioni. Poi chiaro, ci sono annate più o meno buone. Fa parte del gioco (e anche dei rischi d’impresa). Ma tra i team che non hanno la possibilità di spendere per acquistare grandi campioni, questi elencati sono dei modelli virtuosi. Guardiamo piuttosto in casa nostra, l’esempio è la Yuasa Battery. Oltre a calibrare gli acquisti dei giocatori, ponderare le vendite e costruire una squadra con dei giocatori in grado di amalgamarsi perfettamente tra loro, sono interessanti anche le iniziative per coinvolgere tutto il territorio fermano attorno al progetto. La Yuasa è di Grottazzolina ma la volontà di aprirsi alla provincia ha dei risvolti positivi, sia in termini economici che di pubblico. Ci auguriamo mantengano la rotta ben salda. Il quadro generale preoccupa anche perché sport e società vanno a braccetto. Sono uno lo specchio dell’altro. Siamo una Regione che galleggia su una precaria zattera di legno pronta a sfaldarsi alle prime onde? Speriamo di no. Ma, almeno in politica, di idee brillanti se ne vedono poche.


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