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Taglio delle tamerici, chi è contrario accusa: «E se abbattendole si perdono i fondi del Pnrr?»

PORTO SAN GIORGIO - Scorrono nei social le foto di quella che l'opposizione ha definito una «mattanza», altri uno «scempio ambientale» arrivando in qualche caso a scomodare testi sacri e ad invocare addirittura una "punizione divina". Ma chi è contrario mette in guardia: «E se abbattendo le tamerici si perdono i fondi del Pnrr?»

Scorrono nei social le foto di quella che l’opposizione ha definito una «mattanza», altri uno «scempio ambientale» arrivando in qualche caso a scomodare testi sacri e ad invocare addirittura una “punizione divina”. Al netto però delle singole posizioni e dei giudizi espressi in maniera più o meno condivisibile, talvolta fuori dalle righe, resta il fatto che il taglio delle tamerici sul lungomare Gramsci, per settimane rimandato, ed avviato un paio di giorni fa per dare modo all’impresa di completare i lavori nel primo tratto, da est ad ovest (dove peraltro la carreggiata è destinata a restringersi con la realizzazione del nuovo marciapiede), sta monopolizzando le discussioni e polarizzando tanto l’opinione pubblica quanto la politica.

Ad occhio sembrano poche quelle che potranno essere salvate. Stando alle relazioni botaniche commissionate dal Comune, lo stato di salute di gran parte delle tamerici sarebbe gravato dalla “vecchiaia” e da patogeni che hanno scavato i tronchi all’interno rendendo quindi instabili alcune di esse. Se non addirittura pericolose per la viabilità, nonostante le folte chiome che hanno mostrato in concomitanza con l’arrivo della primavera. Sono queste alcune delle considerazioni che arrivano dal Comune a supporto della decisione di tagliare e, dove possibile, ripiantare alcune delle 59 tamerici che oggi non fanno più bella mostra di sé in quel tratto di lungomare. Ad un paio di metri di distanza, verso la spiaggia, ecco le nuove, giocoforza spoglie perché giovani, e per le quali occorrerà attendere alcuni anni prima che si possa godere della loro ombra. I tagli in corso sul filare di fatto sono una risposta indiretta dell’Amministrazione di centrodestra all’interrogazione del gruppo di minoranza, che aveva chiesto lumi sulla tempistica dell’abbattimento e sulla decisione finale adottata dalla giunta Vesprini. Ma anche una risposta alle pec del Comitato ambientalista che solo qualche giorno fa denunciava l’operazione ventilando anche il ricorso alle vie legali. A questo punto, sempre che ve ne fossero i presupposti, tardivo. Vedremo allora quali saranno le prossime mosse della politica e del Comitato stesso. Tra favorevoli e contrari al taglio, con la spada di Damocle di un cantiere che tarda a chiudersi in tempi brevi, e comunque prima dell’avvio della stagione estiva, c’è però un quesito che aleggia sul palazzo e che potrebbe dare forse filo da torcere. Lo ha puntualizzato il Pd ma lo ha sottolineato in più occasioni anche il Comitato. Probabilmente uffici ed Amministrazione avranno fatto le dovute ricerche e valutazioni prima di optare per l’intervento sulla piante. Forse basta assicurare la piantumazione di nuove essenze arboree al posto di quelle tagliate per rispettare la “quota green” che deve avere questo tipo di progettazione finanziata con fondi del Pnrr. Ma cosa accadrebbe se si verificasse ciò che paventano dall’opposizione? Ovvero se, come si legge nell’interrogazione, «non si ritiene che la realizzazione dell’abbattimento delle tamerici costituisca una modifica del progetto approvato con conseguente rischio di perdita del finanziamento»?. E forse questa l’ultima spiaggia per chi ha contestato l’abbattimento di quelle piante: puntare tutto sul green.

Sandro Renzi


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