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Disinformazione, guerre e diplomazia culturale col prof. Maurizio Petrocchi (Videointervista)

L'INTERVISTA - Il docente universitario a Zoom: «L'antivirus contro la disinformazione è solo la conoscenza, c'è bisogno di più Europa».
ZOOM L'intervista al professor Maurizio Petrocchi

Il prof. Maurizio Petrocchi

Ai microfoni di Zoom, su Radio Fm1, è intervenuto mercoledì sera il prof. Maurizio Petrocchi, docente di storia del giornalismo e media digitali all’università di Macerata, storico ed esperto in conflitti, violenza, politica e terrorismo. Tanti i temi di attualità, quelli affrontati nella conversazione, partendo dal Festival della diplomazia culturale “Oltre i confini” che si è svolto in questi giorni.

«Il festival è stato incentrato su tre pilastri, tre figure marchigiane che, nei diversi settori, hanno lasciato un segno importante. Giuseppe Tucci è stato un eminente orientalista ed esploratore, di mons. Carboni ricorrevano nel 2023 i 100 anni dalla nascita, è stato missionario e vescovo di Macerata. Matteo Ricci ha vissuto in Cina per 25 anni, in Oriente è considerato una figura ancor più importante di Marco Polo, un ambasciatore dell’Europa ed un costruttore di ponti culturali tra popolazioni, culture, idee e religioni diverse. Il festival si è sviluppato attraverso diverse iniziative interessanti, talvolta tematiche poco navigate e conosciute, ma fondamentali sull’importanza dell’azione diplomatica».

Il professore si è concentrato poi sulle tematiche di più stretta attualità, come il delicato scenario internazionale ed i conflitti in corso nel mondo. «Viviamo un tempo particolare. C’è stato un periodo, dopo il secondo conflitto mondiale, in cui si è pensato che non sarebbero più scoppiati conflitti. Per lunghi anni abbiamo avuto, con la guerra fredda, una minaccia solo potenziale in un mondo polarizzato. Oggi viviamo diversi scenari di fortissima tensione, abbiamo dei contesti di guerra ibrida, con player che scendono in campo con regole d’ingaggio differenti, poi arrivano le Nazioni unite e sperano di poter arbitrare. C’è una profonda confusione, si fatica a conoscere chi siano gli alleati e gli avversari. La guerra ibrida non si fa dando fiato solo alle armi, anche la disinformazione ne è una componente».

Proprio alla disinformazione il prof. Petrocchi ha dedicato una parentesi approfondita. «E’ uno strumento potente a cui le forze in conflitto ricorrono continuamente, perché aiuta a polarizzare le posizioni. Capita spesso che si diffondano immagini e video fuori contesto, o risalenti a momenti diversi. La disinformazione ha tante sfaccettature, gli esempi iniziano dalla notte dei tempi, dal cavallo di Troia o al tradimento di Cristo da parte di Giuda. Nel pieno della guerra fredda il Kgb inventò un’operazione disinformativa  sull’Aids dicendo che la malattia era stata congegnata dagli Stati Uniti per diminuire la popolazione africana. L’obiettivo era aumentare la distanza tra Usa e Africa. La differenza la fa la tecnologia. All’epoca lo sviluppo di quella notizia falsa richiese anni. Oggi bastano pochi secondi».

L’antivirus di fronte al dilagare di informazioni false, secondo il docente, «è la conoscenza. Cercare di approfondire un argomento, prendere il tempo necessario per verificare. Il problema a cui assistiamo sempre più spesso, lo abbiamo visto di recente con la pandemia, è che si sviluppa una discussione tra contrapposte fazioni e si tende a costruire delle eco-chambers, delle camere di eco in cui si ascolta solo chi la pensa allo stesso modo e si rimbalzano continuamente gli stessi messaggi, senza alcuna disponibilità ad accogliere un pensiero diverso».

L’ultima riflessione è dedicata all’Europa. «A mio avviso serve più Europa, si parla da anni della necessità di un sistema di intelligence europeo, che permetta di condividere informazioni per difendersi dal terrorismo. Oggi tra i cittadini è passato il messaggio che l’Europa si occupi delle dimensioni degli ortaggi, che è una tesi ridicola. Se si veicolano questi concetti è inevitabile che tra elettori ed Europa la distanza aumenti».

Pierpaolo Pierleoni


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