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«C’è più gioia nel dare…»

IL PUNTO di Giuseppe Fedeli: «Il significato più profondo del donare è (non mi stanco di ripetere) donarsi, per amore. E il bene fatto non si perde: anzi, ritorna sempre indietro con gli interessi»

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli *

C’è più gioia nel dare…
«Dio ama chi dona con gioia» Paolo di Tarso

Che significa l’espressione contenuta nelle Sacre Scritture “C’è più gioia nel dare che nel ricevere?”…La risposta viene da sé. Spendendo se stessi, le proprie energie e il proprio aiuto per il prossimo, si sublima una tendenza innata nell’animo umano: che, negli ultimi tempi, sull’onda della cultura dello scarto, è venuta, purtroppo, anestetizzandosi. A ben riflettere, d(on)are significa ricevere, perché in questo gesto caritativo e sublime si dona, appunto, una parte di sé all’altro, lo si rende partecipe della nostra anima e del nostro sentire. La libido possidendi, invece, la smania di avere per sé delle cose (spesso superflue) se, da una parte,  rinsalda il legame tra donante e donatario, dall’altra (fatto salvo il gesto di chi dà) rischia di alimentare sempre di più questa cupidigia: di avere per sé sempre più, oggetti che si consumano nel momento in cui “si danno”. È un po’ la tematica del sabato del villaggio: il sabato è il momento dell’attesa, è il momento magico della vita. E quando arriva la festa tanto attesa, nel nostro caso il momento in cui si viene in possesso dell’oggetto bramato, tutto svapora. Non a caso, consumare (da consumere) significa “bruciare”. Di qui il “letale” desiderio del desiderio (libido cupiendi).
Ma il significato più profondo del donare è (non mi stanco di ripetere) donarsi, per amore. E il bene fatto non si perde: anzi, ritorna sempre indietro con gli interessi. “Tutti siamo poveri e deboli, ma se ci aiutiamo le fatiche del cammino si possono affrontare con maggiore fiducia: là dove uno cade, un altro è pronto a rialzarlo; quando ad uno viene meno il coraggio, chi gli è accanto diventa per lui un raggio di speranza” A.Cànopi, Abbadessa del Monastero “Mater Ecclesiae”, isola di S. Giulio d’Orta.
L’apogeo si tocca col Cristo. L’Unto di Dio, d(on)ando se stesso attraverso l’immolazione (kenosis) sulla croce, ha compiuto il più alto gesto di carità verso i fratelli, rendendoli partecipi della sua Gloria.

* giudice 


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