di Sandro Renzi
Respinge al mittente, ovvero al Comune sangiorgese, qualsiasi tentativo di escutere la polizza fideiussoria a garanzia dei canoni demaniali la società Marina, concessionaria del porto turistico. La querelle tra le parti, nata con la revoca della concessione demaniale lo scorso anno, si arricchisce in queste ore di un nuovo capitolo. Se da una parte l’ente di via Veneto annuncia di aver dato mandato per incassare la polizza per un importo di 635 mila euro, dall’altra la società, con a capo l’Ad, Renato Marconi, annuncia a sua volta di aver risposto con una diffida agli uffici e dato mandato ai propri legali per denunciare questa ulteriore mossa dell’ente ritenendo vi siano gli estremi per intentare una nuova causa penale. «Vogliono chiederci i soldi due volte?» tuona Marconi «adesso stanno proprio esagerando. Non penso sia lecito e possibile». La società respinge nettamente questo modo di operare e rimarca l’accanimento messo in atto, secondo i vertici societari, in questi mesi verso il concessionario del porto da parte del Comune. «Per questo abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di verificare l’accaduto e denunciare all’autorità giudiziaria quanto sta avvenendo. La polizza non si tocca».
La società sostiene di essere a posto, sul piano procedurale e dei versamenti, con quanto richiesto dal dispositivo del Tar Marche. «Abbiamo già versato circa 600 mila euro e chiesto la rateizzazione per i restanti 370 mila. Quindi abbiamo già pagato e stiamo regolarizzando il rimanente. Se non sbaglio il Tar imponeva il pagamento di questi importi. Cosa a cui stiamo assolvendo rispettando il piano di rateizzazione che è stato accettato dall’ente creditore. Il nostro cassetto fiscale è a posto. I canoni relativi agli 2023 e 2024 peraltro non sono contemplati nella sentenza del Tar e se vogliamo dirla tutta, potrebbero essere tranquillamente coperti dalle somme in più che abbiamo versato nel tempo per aree che non ci competono o non abbiamo sfruttato come quelle della parte peschereccia o lo spazio di 40.000 mq occupato dalle sabbie dragate, per conto del Comune, e abbancate lì da 18 anni. Per il 2022 abbiamo invece chiesto ed ottenuto la rateizzazione del canone demaniale» spiega Marconi che nei giorni scorsi ha risposto tanto al Comune, quanto all’Agenzia del Demanio.
«Hanno fatto un passo falso chiedendo di escutere la polizza -aggiunge Marconi- tutti elementi che stiamo raccogliendo per presentare il ricorso al Consiglio di Stato dal momento che siamo pienamente ancora nei termini per farlo. Vogliamo avere quante più carte possibili per perorare le nostre ragioni. Intanto va avanti anche il procedimento finalizzato ad ottenere il risarcimento dei danni arrecati alla società per la mancata attuazione degli investimenti ed imputabile all’assenza di un piano urbanistico almeno fino al 2022». L’impressione, dunque, è che la vicenda sia ancora ben lontana dal risolversi. «Abbiamo fiducia nella giustizia, non intendiamo fermarci. Sia ben chiaro, non lasceremo il porto nelle mani di chi non ha competenze per gestirlo».
Porto, il Comune dispone l’incasso della polizza fideiussoria del Marina per 635mila euro
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