di Alessandro Luzi
Frode sul superbonus, l’ingegnere finito agli arresti domiciliari si difende dal giudice. I legali: «Quando si è reso conto che le asseverazioni non corrispondevano alla realtà ha agito affinché si rinunciasse ai crediti». Oggi si è svolto l’interrogatorio davanti al Gip Teresina Pepe del tribunale di Fermo per l’ingegnere Davide Cesarini, di Osimo, residente a Porto Sant’Elpidio. Cesarini è stato arrestato la scorsa settimana perché coinvolto nell’inchiesta bonus sisma ed eco bonus della Guardia di finanza e si trova ai domiciliari con l’accusa di falso ideologico e truffa aggravata. Sono otto le persone indagate, tra loro Salvatore Perricciolo, 44 anni, residente a Montegranaro (per lui la misura cautelare è in carcere).
Durante l’interrogatorio di questo pomeriggio l’indagato, assistito dagli avvocati Federico Valori e Renato Coltorti, ha spiegato qual è stato il suo ruolo nelle vicende che gli sono state contestate dagli inquirenti. In particolare si è soffermato sul suo rapporto con Salvatore Perricciolo, già sentito ieri dal giudice in un’udienza fiume, durata più di quattro ore.
«Il nostro assistito ha svolto pratiche edilizie per due ditte, i rapporti inizialmente li teneva con l’amministratore di diritto poi nel corso del rapporto si è reso conto di avere a che fare con Perricciolo – dice l’avvocato Valori -. Le asseverazioni le ha firmate senza aver potuto controllare nulla così come gli erano state sottoposte da Perricciolo. Lui si è reso conto che le sue asseverazioni non corrispondevano alla realtà ed ha agito su Perricciolo affinché quest’ultimo rinunciasse a dei crediti. Tutti i crediti sono stati usati da Perricciolo e dalle sue imprese, non da altri. Quando il nostro cliente si è reso conto che le cose non erano corrette ha detto a Perricciolo che andavano sistemate e l’unico modo era rinunciare ad alcuni crediti, cosa che Perricciolo in parte ha fatto e come risulta dagli atti». I legali hanno chiesto la revoca della misura o una misura meno afflittiva. Il giudice si è riservato di decidere.
«Attendiamo il parere del pm, Eugenia Sinigallia – dicono i legali -, riguardo la nostra istanza. Siamo fiduciosi che accolga la richiesta. Ci auguriamo che la misura cautelare inflitta al nostro assistito non sia più necessaria».
Secondo le indagini della Guardia di Finanza, l’ingegnere di Osimo e residente a Porto Sant’Elpidio, avrebbe presentato all’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) le necessarie asseverazioni, con informazioni false o attestazioni non veritiere sulla congruità delle spese. L’inchiesta vede come principale protagonista Perricciolo che si trova in custodia cautelare in carcere. Ieri il 44enne ha respinto ogni accusa a suo carico. L’uomo è indagato per truffa, auto riciclaggio e fatture false. Secondo gli inquirenti, Perricciolo sarebbe amministratore di due ditte del settore edile che, tramite fatture per operazioni inesistenti, avrebbe ottenuto dei fondi pubblici per lavori di efficientamento energetico e adeguamento sismico mai realizzati. L’uomo è assistito dai legali Gabriele e Massimiliano Cofanelli e Anna Indiveri. Ieri si sono detti pronti a ricorrere al tribunale del Riesame per un adeguamento della misura cautelare. Oltre a Perricciolo e all’ingegnere, le indagini della Guardia di Finanza hanno coinvolto la moglie del 44enne e altri cinque professionisti.
Frode milionaria sul superbonus, arrestato Salvatore Perricciolo. Ai domiciliari un ingegnere
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