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Fabbricava ordigni in casa, due esplosero davanti alle chiese: arrestato per maltrattamenti

FERMO - Giovedì scorso la Squadra Mobile ha assicurato alla giustizia il condannato. Dovrà espirare la pena di 12 anni e 11 mesi di reclusione in carcere.

La Polizia di Stato di Fermo, in data di ieri ha eseguito un ordine di esecuzione pena nei confronti di un uomo, già condannato per diversi reati contro il patrimonio e la sicurezza pubblica.
Il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria scaturisce dalla unificazione di pene concorrenti per i delitti di maltrattamento nei confronti di persona con lui convivente. L’uomo già in passato fu condannata per fabbricazione e porto di materie esplodenti e danneggiamento a seguito di incendio. L’odierno arrestato dovrà scontrare, infatti, 12 anni e 11 mesi di reclusione.
Per quanto riguarda gli ordigni, i fatti risalgono al febbraio del 2016 quando un ordigno venne fatto esplodere nei pressi del duomo di Fermo, con lievi danni al portone di ingresso. Seguirono una serie di esplosioni incendiarie, tantoché nell’aprile 2016 venne fatto esplodere un ulteriore ordigno rudimentale davanti al portone della Chiesa di San Marco alle Paludi di Fermo. Nessuno rimase ferito ma i danni furono ingenti poiché la deflagrazione fece saltare in aria il portone d’ingresso. Seguirono altri ritrovamenti di materiale esplodente nei pressi delle chiese della Città di Fermo.

Le attività investigative arrivarono ad un punto di svolta dopo il ritrovamento, in un’abitazione nella disponibilità dell’odierno arrestato, di materiale esplodente e per il confezionamento di ordigni rudimentali.
La Procura della Repubblica di Fermo, nei primi giorni di luglio del 2016, aveva emesso a carico dell’odierno arrestato per esecuzione di pena definitiva, un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, perché in concorso con altro soggetto, soprannominato “Il Lupo”, “fabbricava, senza licenza dell’autorità, ordigni esplosivi, che venivano poi illegalmente portati in luogo pubblico e fatti esplodere, al fine di incutere pubblico timore ed attentare alla sicurezza pubblica”.
Giovedì scorso la Squadra Mobile ha arrestato il condannato per unificazione, si diceva, di pene concorrenti per i delitti di maltrattamento nei confronti di persona con lui convivente. L’uomo dovrà espirare la pena di 12 anni e 11 mesi di reclusione in carcere senza possibilità di beneficiare di una misura alternativa.


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