di Giuseppe Fedeli *
Nathaly Caldonazzo (una/uno fra i tanti…) ha condiviso sui social attraverso le storie Instagram la lunga attesa, l’ingresso nella Basilica di San Pietro, l’atmosfera che si respirava al suo interno e, infine, alcune foto della salma di Papa Francesco. Foto che ha poi pubblicato sotto forma di post: «Un saluto da vicino. Ciao Papa Papa Francesco». Una scelta che non è piaciuta ai suoi follower, che l’hanno immediatamente asfaltata per l’incongruo contegno mostrato in questa situazione: «Sei andata vicino a Lui con il pensiero di fare la foto? Ma vi rendete conto delle vostre azioni? Senza parole. Rispetto zero». Altri utenti: «Capisco le testate giornalistiche, ma andare a far visita a Papa Francesco, fare una foto e postarla è davvero di una bassezza unica», ancora: «Non capisco il bisogno di fotografare un defunto».
Poi, stesso mezzo, la “scattina” si è scusata: ma intanto ha veicolato la sua immagine accanto a un cadavere, ripetesi, le spoglie di Bergoglio. Ogni commento è di troppo. Anzi, vado di rincalzo, prendendo spunto da altro post su Fb: “Siamo una società senza più uno stralcio di valore, mi domando cosa sarà il mondo fra vent’anni visto il rapidissimo tasso di peggioramento al qual stiamo assistendo”. Riflessioni fritte e rifritte, dal sottoscritto in più occasioni stigmatizzate. Al dominio della tecnologia hanno ceduto il passo non solo i valori, ma anche quel minimo di decenza, che, un tempo, ci faceva sostare in silenzio davanti al capezzale del defunto: poche parole, un abbraccio, un sorriso da sotto le ciglia.
Da quando sono stati sdoganati l’applauso e le “ole”, tutto è permesso nel recinto del sacro. Che è non soltanto il sacro “religioso”, ma anche il sacro dei sentimenti, il sacro dei ricordi, il sacro del vivere e del morire. Caduto definitivamente lo steccato tra fas (lecito) e nefas (illecito), e fatta di ogni passione e morte uno spettacolo, tornare indietro è impossibile. Inarrestabile oscena deriva, che fa scattare un selfie (manifestazione/metafora di un esserci=nascondersi), anche quando le circostanze imporrebbero una “totale” assenza, che è molto più piena di vita dei vuoti a perdere, sballottati dal vento della temerarietà. Quando non astratti, per paura, dal contesto, disconnessi.
* giudice
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati