«Mi ero ripromesso di non intervenire più sulle questioni che riguardano la Steat spa. Il rispetto e l’affetto che nutro nei confronti dell’Azienda spesso mi portano ad evitare inutili e dannose polemiche. Evidentemente non è lo stesso per il presidente Ceroni, il quale, invece che bearsi di un risultato di bilancio tutto sommato buono, non trova di meglio che continuare a polemizzare con le gestioni precedenti, peraltro dicendo il falso». A parlare è l’ex presidente della Steat, Fabiano Alessandrini, dopo le dichiarazioni del suo successore in sede di presentazione di bilancio.
«Ceroni dichiara: “sono finiti i tempi in cui la Steat chiudeva i bilanci con un milione di euro di perdita!” Ebbene, poiché io non ricordo un tale evento, neanche andando oltre a quella che è stata la gestione riconducibile ai cda da me presieduti, chiedo a Ceroni di dimostrare quando mai la Steat ha chiuso un bilancio con un milione di euro di passivo? Produca i documenti! La Steat, grazie a Dio ed a chi ci ha lavorato, sono oltre 12 anni che chiude i bilanci in attivo, ad eccezione del bilancio 2022, chiuso in perdita per volere dello stesso Ceroni che ha portato a svalutazione la proprietà di Monte Cacciù, quindi nulla a che vedere con il risultato operativo. Ceroni – incalza Alessandrini con una nota stampa – continua ringraziando la Regione politicamente “amica”, e quindi l’assessore ai trasporti ed al bilancio di cui è collaboratore con regolare contratto, con un palese conflitto d’interessi che stranamente nessuno solleva, per i nuovi chilometri extraurbani assegnati, dicendo che è “la prima volta che accade nella storia della Steat”. Anche questa volta dice il falso! Qualcuno dovrebbe ricordare a Ceroni che nuovi chilometri extraurbani sono stati assegnati l’ultima volta pochi anni fa dall’assessore Sciapichetti giunta Ceriscioli, ed ancora prima ben 650.000 chilometri urbani sono stati assegnati a Steat dall’assessore Petrini. Assessore Petrini che ha anche operato il primo ed unico adeguamento del corrispettivo sull’extraurbano dedicato a Steat, unico vero provvedimento remunerativo per l’azienda».
«Il buon Ceroni, non pago, continua con la vecchia solfa dei “ vecchi debiti”, che lui “paga con i risultati di bilancio”. Ora, tralasciando gli strani conteggi sull’entità del debito, che una volta è sette milioni che però diventano dieci ma che in questo bilancio risultano essere nero su bianco appena più di cinque, Ceroni fa passare per straordinario quello che per tutte le aziende che fanno investimenti è la normalità, cioè che tutti gli investimenti si finanziano e con l’utile si pagano le rate. E quali sono stati gli investimenti effettuati dalle passate gestioni? Il rinnovo del parco autobus (26 autobus acquistati da Ceroni, finanziati dalla passata gestione), il nuovo impianto del metano, l’acquisto del deposito di Santa Lucia. Il nostro cosa fa? Rivendica con orgoglio il rinnovo del parco autobus e il nuovo impianto del metano, come fossero risultati suoi, ma i debiti dei finanziamenti sono colpa delle passate gestioni. Davvero bello. Infine l’occasione mi è propizia per tornare, a distanza di cinque anni, sull’acquisto tanto criticato del deposito di Santa Lucia. Non entro nel merito della annunciata vendita, sono scelte aziendali del nuovo cda che a differenza di Ceroni non vado a sindacare, però dico che forse l’unica cosa corretta Ceroni la dice in merito al valore, oggi quell’area vale almeno due milioni di euro. Faccio anche un’altra considerazione. Sono già passati cinque anni dall’acquisto, e si indicano almeno altri cinque anni per realizzare il nuovo deposito. Indipendentemente dal problema di non poco conto sul dove sarebbe andata la Steat in caso di acquisto da parte del privato, ricordo che l’Azienda pagava al Demanio un canone di affitto superiore ai 50mila euro, che sarebbero diventati molti di più se pagati al privato. I conti di quanto quell’investimento si stia ripagando da solo li lascio fare a chi è più bravo di me».
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