«Tra martedì e mercoledì si è svolto uno dei Consigli comunali più lunghi degli ultimi tre anni, con ben undici punti all’ordine del giorno. È stato un Consiglio che ha messo in luce, una volta di più, i limiti di una maggioranza che confonde il potere con l’arroganza, e il governo con la gestione unilaterale. Durante la seduta, abbiamo assistito all’ennesima dimostrazione inaccettabile da parte di Mauro Lucentini, con ripetuti interventi fuori microfono e non autorizzati. Un comportamento che, ormai da mesi, denota una costante mancanza di rispetto per le regole democratiche e per il ruolo delle istituzioni». E’ la dura critica che arriva dalla lista Avanti gruppo di minoranza Montegranaro.
«Nel dibattito sul Rendiconto di Bilancio 2024, è emersa chiaramente la fragilità dell’attuale amministrazione. La maggioranza ha esibito con orgoglio un avanzo di amministrazione di quasi un milione di euro, come se fosse indice di buona gestione. Ma noi lo diciamo da tempo, e ora i numeri lo confermano: un avanzo così elevato non è il segno di efficienza, bensì di una scarsa capacità di programmazione e di visione. Questi fondi erano destinati all’anno 2024. Rimandare la spesa significa aver negato ai cittadini servizi, progetti e interventi di cui avrebbero potuto beneficiare nell’anno appena trascorso. È una forma silenziosa, ma gravissima, di rinuncia alla responsabilità amministrativa. Ma il vero “colpo di scena” è arrivato intorno alle due di notte, quando la maggioranza ha approvato, l’aggiunta al piano delle alienazioni dell’immobile che ospita oggi il circolo “Giovanni Conti”: un locale di 155 mq più 55 mq di porticato (situato in piazza) che verrà messo all’asta per 145.000 euro. Un luogo storico e identitario per la comunità, trasformato in un bene da vendere al miglior offerente. Si conferma così una linea di governo improntata alla svendita del patrimonio pubblico, senza visione e senza coinvolgimento dei cittadini. Come minoranza, esprimiamo la nostra totale contrarietà a questa operazione, per almeno tre motivi: un bene così prezioso avrebbe meritato un confronto pubblico, un’assemblea aperta, una riflessione collettiva sul suo futuro, invece, la decisione è stata assunta nelle stanze chiuse della maggioranza, senza trasparenza né partecipazione. Si poteva riqualificare la struttura e pensare ad una sede da destinare alle associazioni giovanili e non per poter organizzare eventi in centro storico, inoltre, se davvero si voleva rivitalizzare il centro storico attraverso un’attività di somministrazione, si poteva e si doveva percorrere la strada della concessione o della gestione, non della vendita definitiva. A questo punto ci chiediamo: quale sarà il prossimo pezzo di città a finire all’asta?».