Un parterre di prestigio, istituzioni presente e grande interesse per il convegno proposto dalla Cna con al centro l’Intelligenza Artificiale e per l’assemblea elettiva della Cna Fermo che, all’esito delle elezioni, appunto, ha visto riconfermare alla presidenza Emiliano Tomassini con anche la conferma, alla direzione, di Andrea Caranfa.
Una mattina, quella odierna (che ha preceduto l’assemblea) di confronto sul lavoro e sulle innovazioni partendo proprio dall’intelligenza artificiale. Ad aprire i lavori il direttore di Cna Fermo Andrea Caranfa. A seguire, gli interventi delle istituzioni presenti tra cui il sottosegretario al Mef, on. Lucia Albano e i consiglieri regionali Andrea Putzu, Jessica Marcozzi e Marco Marinangeli. Oltre a loro l’amministrazione comunale di Fermo, i rappresentanti della Provincia e di tutte le altre associazioni presenti oltre al Segretario nazionale Cna Otello Gregorini.
Puntuale l’intervento del Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Lucia Albano: «Le risposte alle esigenze di imprese e lavoratori si costruiscono con il confronto. Tra Governo Meloni e associazioni questo non è mai mancato. Il modus operandi scelto è sempre stato quello di “non disturbare chi lavora e produce ricchezza”. Ovvero camminiamo al fianco di chi produce come alleato e non come controparte. La ricchezza la creano i cittadini e le imprese, coloro che creano benessere e ricchezza nel tessuto regionale. Lo stato deve lavorare per creare l’ambiente favorevole alle imprese e per metterle nelle migliori condizioni. Serve portare aggregazione nelle piccole e medie imprese ovvero fare rete, prestare attenzione all’innovazione e al credito per le piccole imprese: su questo ultimo aspetto ci saranno novità importanti prossimamente. Le innovazioni vanno assolutamente coadiuvate; l’intelligenza artificiale va vista come un aiuto e non potrà in alcun modo sostituire la creatività e la capacità umana».
Il rieletto presidente Cna Fermo Emiliano Tomassini è intervenuto con una panoramica ad ampio respiro, prima dell’assemblea elettiva svolta al termine dei lavori, in tarda mattinata. «La vera domanda che ci dobbiamo porre oggi è perché un cliente dovrebbe continuare a scegliere me, umano e artigiano, invece che un sistema automatizzato. Per tutto quello che l’IA non potrà mai replicare: imperfezioni, difetti, creatività, ascolto e connessione. L’intelligenza artificiale può potenziare il nostro lavoro, ma non sostituirne il valore più autentico. Ecco allora come oggi si rivela imprescindibile investire in competenze, visione, consapevolezza. La piccola manifattura italiana, fatta per oltre il 97% da imprese con meno di 50 addetti (e per l’80% da microimprese) ha storicamente saputo innovare per “linee interne”, facendo leva sulle reti di relazioni, sul fiuto dell’imprenditore e sull’interesse concreto a durare nel tempo. Ma oggi questo non basta più. Se le grandi imprese sono già in marcia (il 30% ha adottato soluzioni di Intelligenza Artificiale, il 90% ha piani concreti) le piccole imprese rischiano di rimanere indietro, frenate da costi, complessità, mancanza di competenze, e soprattutto da una diffusa incertezza su come, quando e con chi affrontare questa transizione. Eppure oltre il 53% dei piccoli imprenditori dichiara di voler integrare l’Intelligenza Artificiale nei propri processi produttivi. E per questo chiede supporto: non solo finanziamenti, ma orientamento, guida, figure in grado di accompagnare il cambiamento. Servono professionisti in grado di parlare la lingua delle imprese, comprenderne le necessità e proporre soluzioni sostenibili, modulabili, concrete».
Roberto Cruciani
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