Il porto turistico di Porto San Giorgio (foto Cristiano Ninonà)
di Sandro Renzi
Esattamente tra dieci giorni il porto turistico dovrà tornare nella piena disponibilità del Comune. Il Consiglio di Stato non sembra ammettere ritardi. Fuori la società Marina dentro la Sgds Multiservizi che gestirà l’approdo fino all’esito della gara pubblica, di per sé complessa e lunga, per individuare il nuovo concessionario. Stasera maggioranza ed opposizione, in occasione di una riunione congiunta delle due Commissioni consigliari, discuteranno dell’ultimo step, ovvero del Dip e della delibera di giunta che stanzia 300 mila euro per gli interventi più urgenti e necessari all’interno del porto, prima di approdare in Consiglio comunale. Lavori “tampone” per non bloccare il servizio, come “tampone” è la gestione in capo alla municipalizzata che ha solo il compito di traghettare l’infrastruttura per almeno un anno, stando alle previsioni di chi se ne intende di porti e bandi. Va detto che la delibera non esclude, in questa fase, il ricorso a risorse che possono arrivare tanto dalle alienazioni di beni quanto dall’applicazione dell’avanzo per finanziare gli interventi.
Ipotesi che potrebbe far storcere il naso a tutti quei cittadini, in veste di contribuenti, che non hanno mai vissuto a pieno la realtà del porto o che, semplicemente, non hanno mai mostrato interesse per le sue vicende, anche legali, ma che ora, si troverebbero, loro malgrado, a contribuire indirettamente affinché il servizio sia garantito almeno nei suoi livelli essenziali ai clienti dell’approdo. Altrettanto vero è che l’importo di tali investimenti sarà poi considerato ai fini della determinazione del valore da porre a base di gara. Poi per sapere se, quando e con quali modalità le spese fatte rientreranno nelle casse comunali bisognerà attendere l’esito della gara. E’ questa, in estrema sintesi, la strada scelta dall’Amministrazione Vesprini per fare fronte a quello che si avvererà tra qualche settimana. Dopo che gli uffici e la giunta hanno respinto al mittente, ovvero la Marina, la proposta di quest’ultima riguardo alla gestione dei beni e delle attrezzature presenti nell’approdo. Due tavoli tecnici in cui si è discusso tanto di vendita quanto di affitto.
LA PROPOSTA
Nella proposta dell’ex concessionario si individuano 5 lotti e per ognuno di essi viene indicato un prezzo di vendita o di affitto «definito a seguito di una stima
effettuata da tecnici incaricati dalla società». Il primo lotto denominato “porto” è costituito dal totale dei beni aziendali amovibili: per acquistarli occorrerebbe stanziare 7 milioni di euro, in caso di affitto la richiesta della Marina è di 70.000 euro al mese per un periodo minimo di tre anni. Il lotto “marina” è invece costituito dai beni amovibili deputati all’attività strettamente nautica: per la vendita vengono chiesti 5.000.000 di euro, per l’affitto 60.000 euro al mese, sempre col vincolo minimo di tre anni. C’è poi il lotto “parcheggio”: il prezzo di vendita è di 240.000 euro oppure 2.500 euro per l’affitto mensile. Altro lotto quello relativo alle “attività commerciali” e composto dall’insieme di beni destinato alle attività commerciali a corredo della nautica e dei diportisti: per la vendita vengono chiesti 1.160.000 euro, mentre per l’affitto 2.500 euro al mese e comunque sempre per un periodo minimo di tre anni. Ultimo lotto il “cantiere navale” di cui fa parte il reparto addetto alla cantieristica navale. Se il Comune volesse comprarlo dovrebbe mettere mano a 600.000 euro, in alternativa affittarlo a 5.000 euro al mese.
LA SCELTA
Il Comune, dal canto suo, ha preso in esame solo il lotto “marina” ma a prevalere, sin da subito, sono stati i dubbi anche rispetto all’ipotesi di un mero affitto delle strutture e non di un loro acquisto. Esosa la spesa, eccessivo il periodo di tre anni richiesto per la stipula del contratto, anche in ragione degli indirizzi espressi dall’esecutivo che pare intenzionato ad andare il prima possibile a gara, incerti diversi altri aspetti dell’operazione. Nella delibera di giunta si parla di «mancanza nella proposta degli elementi essenziali idonei a giustificare l’interesse pubblico dell’operazione relativamente a: tipologia dei beni, valore dei beni e durata dell’affitto». Partendo da questi presupposti la giunta ha optato per stanziare 300.000 euro che serviranno a finanziare interventi idonei a garantire la funzionalità del porto in sicurezza. Si fa riferimento, nello specifico, al ripristino delle strutture dei moli e della banchine che risultino degradate (protezioni dei
bordi molo/banchina, ripristino porzioni ammalorate e degradate), ripristino delle attrezzature di ormeggio (corpi morti, cime d’ormeggio, gavitelli, bitte, anelli, respingenti, bottazzi), riattivazione dei servizi al pubblico quali illuminazione, servizi igienici e docce, ma anche quelli specifici per la
sicurezza quali illuminazione d’emergenza, impianto antincendio, segnalazioni ottiche ed acustiche per la navigazione e l’ingresso al porto. Per supportare l’insieme di questi lavori, l’ufficio tecnico ha predisposto il Dip, documento degli indirizzi alla progettazione, dal quale emerge, per l’appunto, la necessità di affidarsi ad uno studio tecnico esterno per la progettazione stessa delle opere richieste.
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