«Comunico ufficialmente la mia uscita dal gruppo di maggioranza e il mio ingresso nel Consiglio comunale come consigliere indipendente del Comune di Fermo. Continuerò a esercitare il mio ruolo con la stessa serietà e coerenza dimostrata finora, affrontando gli ordini del giorno con senso di responsabilità e preparazione politica». Questo, in estrema sintesi, il messaggio che questa mattina il consigliere comunale Nicola Lucci, ha manifestato alla stampa. E di riflesso alla città e all’amministrazione Calcinaro i cui numeri in assise, a questo punto, si fanno risicatissimi. Con una maggioranza appesa a un filo, anzi a un voto: i 18 voti su cui può ancora contare l’amministrazione a fronte dei 17 che servono per avere la maggioranza. Dunque pesano ancora di più i voti di Lucci e del gruppo misto con i due consiglieri FdI (Rocchi e Tulli) e del consigliere Fi Giacobbi.
«All’inizio di questa legislatura mi era stato proposto l’assessorato alla manutenzione: un incarico privo di struttura, senza uffici né personale dedicato. Un assessorato che, di fatto, avrebbe dovuto passare sempre attraverso altri uffici e competenze. Ho rifiutato perché ritenevo, e ritengo ancora, che non fosse uno strumento efficace per affrontare con serietà le reali problematiche della città. Spero che le risorse risparmiate grazie a questa mia scelta siano state reinvestite in attività concrete e utili per la comunità. Ricordo bene che dietro di me c’era la fila per ricoprire quel ruolo. E questo mi ha dato la libertà di fare politica con coerenza, senza compromessi. Durante questa legislatura sono stato escluso due volte dalla maggioranza. La prima volta, in occasione dell’affare Casina delle Rose. Pur avendo votato a favore del provvedimento, avevo espresso pubblicamente la proposta, del tutto legittima, di provare a intercettare fondi Pnrr per sistemare l’immobile, dato che il bando lo permetteva. Suggerivo semplicemente di sospendere momentaneamente il rientro, per valutare alternative. Nonostante la mia correttezza formale e istituzionale, sono stato allontanato. Dopo un riavvicinamento, il secondo episodio risale a poco più di un anno fa, quando mi sono dichiarato pubblicamente contrario al patrocinio comunale per un evento con Gobetti. Anche in quel caso, per aver espresso una posizione personale, sono stato escluso nuovamente. Nonostante tutto, ho continuato a votare secondo coscienza, rispettando il mandato affidatomi dagli elettori e senza mai mettere in difficoltà la maggioranza, per il bene della città. Sono rimasto leale alla mia comunità e ai miei elettori. Riconosco che l’amministrazione, grazie al ruolo di capoluogo di provincia, ha saputo intercettare importanti fondi Pnrr e ha lavorato bene su alcune tematiche. Tuttavia, su questioni fondamentali per il futuro del territorio, come lo spostamento dell’Ospedale Murri, le infrastrutture viarie, l’arretramento della A14, della ferrovia, ho visto assenza di visione e di guida politica. E questo, a mio avviso, è un grande limite».
«Attraverso la commissione sanità – ha aggiunto Lucci – ho provato a stimolare il dibattito, sono contento dell’emodinamica che seppur programmatica è un risultato importante per il territorio. Vorrei però sottolineare alcune preoccupazioni dei cittadini e degli operatori sanitari per l’arrivo del robot chirurgico che sembra che manchi ancora non essere arrivato, al contrario della vicina Macerata dove già sta entrando in funzione e dove stanno già assumendo figure a tempo indeterminato al contrario di Fermo, dove sono a tempo determinato. La precarietà dei contratti offerti rende difficile trattenere professionisti, spesso attratti da realtà vicine con condizioni più stabili. Sullo sfondo, preoccupa anche il ritardo nell’apertura del nuovo ospedale di Campiglione, slitterà al 2026? Comprendo che il trasloco di un ospedale non è semplice come cambiare un appartamento, ma il timore è che una volta completati i lavori, l’attesa per l’apertura possa comportare ulteriori costi per manutenzioni e adeguamenti. Sembra che in altri ospedali marchigiani, nel frattempo, si registrano situazioni di minore pressione lavorativa, al punto che parte del personale viene messa in ferie per mancanza di attività. A Fermo, invece, il ricorso alle cooperative, non solo per il pronto soccorso ma anche nei reparti, continua a rappresentare una voce di spesa significativa. Pur nelle difficoltà a reperire personale, sarà sostenibile nel tempo questo modello? Il timore è che il territorio resti in una posizione marginale rispetto ai poli sanitari regionali, senza le condizioni per sviluppare un’offerta autonoma e di qualità. In tutto questo il Sindaco è stato poco incisivo».
«Capitolo mozione 194/78: la gestione è stata a dir poco caotica. La maggioranza è andata in ordine sparso, e il Sindaco non ha saputo governare la situazione. Sottolineo la forzatura di chi ha voluto portare in consiglio una mozione fortemente divisiva, con passaggi contrari persino alla legge stessa – come l’accesso di associazioni ai consultori, previsto all’articolo 2. È stata una vera e propria prova di forza da parte della lista “La città che vogliamo”. A quel punto, coerentemente con i miei valori e visto il clima ormai degenerato, ho scelto di uscire dall’aula. Né il Sindaco, né il Presidente del Consiglio hanno saputo gestire una situazione così delicata. Rivendico con fermezza quella scelta, così come condanno con sdegno l’idea di una “lista di proscrizione” contro chi ha fatto una mozione legale, fatta dai partecipanti della manifestazione di domenica scorsa in piazza del Popolo. Questo non è il linguaggio di una democrazia matura, visto anche la presenza di consiglieri comunali della lista “La città che vogliamo” e della minoranza. Per tutti questi motivi, comunico ufficialmente la mia uscita dal gruppo di maggioranza e il mio ingresso nel Consiglio comunale come consigliere indipendente del Comune di Fermo. Continuerò a esercitare il mio ruolo con la stessa serietà e coerenza dimostrata finora, affrontando gli ordini del giorno con senso di responsabilità e preparazione politica. Questa scelta è maturata anche in accordo con un gruppo di amici e sostenitori con cui ho fondato il gruppo “Orizzonte comune”, con cui continuerò il confronto e partecipazione per discutere le scelte politiche della città e valutare se e come, per proseguire in futuro questa esperienza. Voglio essere chiaro: questa decisione non ha nulla a che vedere con le elezioni regionali. Ma proprio in vista di esse, è bene evitare che l’attività politica a Fermo diventi ostaggio delle dinamiche di quest’ultima. Come ho già dichiarato pubblicamente, credo sia giunto il momento che i partiti tornino ad avere un ruolo chiaro nel dibattito politico cittadino. Ma Fermo non deve diventare terra di conquista per nessuno».
Roberto Cruciani
(articolo in aggiornamento)
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