«A otto giorni dal voto che interessa 1 milione e 263 mila marchigiani, su temi di rilevanza fondamentale, non sappiamo ancora come la pensano l’assessore regionale al Lavoro e il presidente della Regione Marche». E’ quanto dichiara Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche, a proposito del voto ai referendum dell’8 e del 9 giugno.
«Tutto questo – incalza – si colloca in una regione dove la precarietà, in questi ultimi anni,si è molto diffusa: in 10 anni, il part-time è cresciuto del 30%, i tempi determinati del 47%, del 100% gli stagionali e oltre 220mila sono i lavoratori che si possono definire precari. Ma il preoccupante scenario non si esaurisce qui. Tra i giovani fino a 29 anni – fa presente Santarelli – i lavoratori a tempo determinato sono ben il 55%».
«Ecco perché – conclude il segretario generale Cgil Marche – è doveroso che chi governa questa regione esprima il proprio pensiero e indichi la propria volontà sui referendum ai cittadini. Referendum che, qualora si raggiungesse il quorum e vincessero i sì, cambierebbero materialmente la vita di molti marchigiani».
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