Francesco Acquaroli
Il governatore Francesco Acquaroli tiene la posizione e rilancia in vista delle prossime elezioni regionali: secondo la nuova classifica Swg sul gradimento dei presidenti di Regione, il governatore delle Marche si attesta all’undicesimo posto, ma a pari percentuale (37%) con Alessandra Todde della Sardegna.
Non un grande squillo, ma una posizione di media classifica che potrebbe tutto sommato accontentare il governatore. L’esponente di Fratelli d’Italia, alla guida della Regione dal 2020, sarà presto impegnato nella campagna per la riconferma contro lo sfidante Matteo Ricci. Il consenso di Acquaroli – secondo i dati Swg – è in lieve risalita rispetto al 2024, quando aveva ottenuto il 36%, sebbene resti inferiore al 40% registrato nel 2023.
La classifica Swg, aggiornata tra marzo e maggio 2025, vede in testa il solito Luca Zaia (Veneto, 70% di approvazione), seguito da Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e dalla nuova entrata Stefania Proietti (Umbria). Sotto Acquaroli Attilio Fontana (Lega, Lombardia) è più in basso (35%, -3%). Stesso valore per Michele Emiliano (Pd, Puglia) che però registra un calo del 4%. Il terzetto di coda: stabile Marco Marsilio (Fdi, Abruzzo) al 35%, penultimo Francesco Rocca (FdI, Lazio) al 31% ma in crescita del 2%. Ultimo, a distanza, Renato Schifani: il governatore Fi della Sicilia è al 25%, in calo del 2%.
Ma la classifica, come era prevedibile, è diventata subito oggetto di scontro tra minoranza e maggioranza, terreno di scontro elettorale. Per le opposizioni, tra i primi a pronunciarsi è stato il consigliere regionale Pd, Maurizio Mangialardi: «La giunta Acquaroli tra le meno apprezzate d’Italia – punge il consigliere dem – il 63% dei cittadini marchigiani chiede un radicale cambiamento. Che il Presidente Acquaroli non fosse apprezzato dai marchigiani era già cosa nota: basta parlare con i cittadini, scendere in strada nelle piazze, nei mercati, nella realtà concreta della nostra Regione. Questo sentimento negativo verso le politiche della Giunta regionale è oggi confermato anche dal sondaggio di Swg, il quale evidenzia come Acquaroli sia tra i Presidenti con il gradimento più basso d’Italia, un modesto 37%. Le motivazioni che stanno alla base di questa diffusa insoddisfazione sono palesi a tutte a tutti: una sanità sempre più in crisi, un’economia in stagnazione, occupazione precaria e mal pagata, giovani che fuggono dalle Marche, povertà in forte aumento. Il 63% dei marchigiani, dunque, vuole un cambiamento radicale. Questo cambiamento invocato dai 2/3 dei nostri cittadini può essere interpretato ed espresso in modo credibile dalla coalizione di centrosinistra e dal candidato Matteo Ricci».
E la replica, dalla maggioranza, non si è fatta attendere con il consigliere regionale FdI, Andrea Putzu: «Il vero cambiamento lo hanno giá scelto i marchigiani e lo dimostrano i risultati. Con Acquaroli gradimento sempre superiore all’amministrazione di sinistra. Di fronte alle dichiarazioni del Partito Democratico e del consigliere Maurizio Mangialardi, ci preme ricordare un dato tanto semplice quanto incontestabile: nei cinque anni di governo Acquaroli, il livello di gradimento è sempre stato nettamente superiore rispetto agli anni di amministrazione del centrosinistra. Il confronto con l’ultimo anno della Giunta Ceriscioli è impietoso: +13% di gradimento per Acquaroli rispetto all’ultimo anno a guida PD. Un dato che parla da solo, e che evidenzia come i cittadini marchigiani abbiano apprezzato – e continuino ad apprezzare – un governo concreto, pragmatico e vicino al territorio. Per il presidente Acquaroli parlano i fatti e i risultati che in questi anni stiamo portando a casa, uno dopo l’altro, dall’economia alle infrastrutture, dal turismo alla sanità, dopo anni di immobilismo del Partito Democratico che aveva portato le Marche fuori da ogni dinamica nazionale, isolate e depotenziate per servizi e per opportunità. Il sondaggio vede il Presidente Acquaroli stabile e all’11° posto, con un gradimento che cresce, ed è la migliore risposta alle bugie che il Partito Democratico ha provato a raccontare invano ai cittadini, su una presunta ultima posizione per gradimento nella classifica tra governatori. Quanto alla retorica del “cambiamento”, sarebbe bene che il Pd ricordasse che i marchigiani quel cambiamento lo hanno già votato nel 2020. E non si faranno certo incantare da chi oggi cerca di riproporre ricette che hanno già sonoramente bocciato. Le Marche crescono e i risultati sono sotto gli occhi di tutti».
(Leo. Gi.)
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