* di Giuseppe Fedeli
Le ragioni del cuore
Le mani impegnate a intrecciare catenine di ogni tipo, nella letteratura medica il gesto veniva etichettato come “manierismo”, ovvero “stereotipia”. Il papà era ormai abituato a quei bizzarri comportamenti, che, per Ale, erano la cifra del suo essere. Si fermarono un attimo all’ombra, il sole di quella domenica era ruggente. A un certo punto, il ragazzo guardò fisso il suo inseparabile compagno di viaggio, e gli fece capire che aveva sete. Ale bevve, e si rimise ad armeggiare con i suoi oggetti prediletti. Sul sedile anteriore- il padre lo faceva sempre sedere sul sedile posteriore, per motivi di sicurezza- trovò dei pezzi di stoffa. Li agguantò in maniera felina, il frusciare di quelle sete fra le sue instancabili mani fece spuntare sul suo volto un sorriso radioso.
Una pausa uguale e diversa dalle innumerevoli altre, pensosa e, come sempre, proficua.
Padre figlio sarebbero rincasati di lì a poco.
Ps
Che ci insegna questo aneddoto?
Che, a volte, basta poco a far sorridere
chi ha fatto della solitudine (una solitudine popolosa, gremita di mille suoni…) il suo castello interiore.
Il che è volutamente ignorato dai diversamente normali.
* giudice
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