di Alessandro Luzi
È cresciuto nel cono d’ombra di un’Italia che lo ha visto ma non lo ha mai riconosciuto. Nato a Fermo, dove tutt’ora vive, un giovane negli ultimi 15 anni per lo Stato italiano è stato invisibile: niente diritti, niente istruzione, niente medico di base e niente contratto di lavoro. Questo a partire da quando la mamma, originaria del sud America, per alcune vicissitudini non è più riuscita a rinnovare il permesso di soggiorno in Italia. All’epoca il ragazzo era appena tredicenne e stava per raggiungere il traguardo degli esami di terza media. Poi lo stop del percorso scolastico perché di punto in bianco è diventato clandestino. E ci è rimasto fino a poche settimane fa quando, tramite il suo avvocato Ilaria Narducci, ha vinto il ricorso presentato al tribunale di Ancona per ottenere il permesso per la protezione speciale.
Da bambino il ragazzo era in Italia con il permesso di soggiorno di minore età legato a quello del genitore. Fino a quando questa non è riuscita a rinnovarlo. Da lì ha continuato a vivere in Italia da clandestino. Questo ha comportato una serie di difficoltà. Tra tutte non poter continuare il percorso scolastico, ancora fermo alla terza media. Ma non solo. Il ragazzo, oggi quasi trentenne, non è mai riuscito ad ottenere un contratto di lavoro perché non era cittadino italiano. Per non parlare della patente di guida, un lontano miraggio. Inoltre negli ultimi 15 anni non ha mai potuto viaggiare fuori dalla penisola altrimenti non sarebbe riuscito a rientrare. Con la fine del permesso di soggiorno ha perso anche il diritto ad avere l’assistenza di un medico di base perché è garantito soltanto a chi ha la cittadinanza. Insomma, una serie di vincoli che hanno reso difficile la vita.
L’avvocato Ilaria Narducci
Nel corso degli anni il giovane, accompagnato dal suo avvocato, ha provato più volte a chiedere la documentazione alla Polizia di Stato per ottenere il permesso per la protezione speciale fino a quando il legale Narducci ha presentato ricorso al tribunale di Ancona. E qui la svolta. I giudici dorici hanno accolto il ricorso e concesso il permesso: «Siamo stati i primi in Italia ad avere una pronuncia da parte di un tribunale che dichiara il diritto di richiedenti di protezione speciale di poter accedere a questa forma di protezione nonostante il decreto Cutro, entrato in vigore nel 2023» ha detto il legale.
Ora il ragazzo non è più invisibile e potrà vivere qui con tutti i diritti di un cittadino italiano. Per prima cosa ha preso la residenza a Fermo, poi arriveranno la carta d’identità e il contratto di lavoro. Se vorrà potrà continuare anche gli studi, interrotti troppo presto per un nodo burocratico che è rimasto legato per troppo tempo.
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