«La profezia di Orwell e il Grande Fratello»

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli *

La profezia di Orwell e il Grande Fratello

“…et portae Inferi non praevalebunt”( Matteo 16-18)
Nel paese di Oceania, l’oculata e ultrapropagandata guida del Grande Fratello assicura “nuova, felice esistenza” ad abitanti costantemente manovrati e spiata da microfoni e telecamere, presenti in ogni abitazione e in ogni punto delle città. Questi sono gli strumenti con cui il potere diffonde ininterrottamente la propria propaganda e controlla i cittadini anche nella loro vita privata, assicurandosi un controllo totale sulle loro vite. “1984” di Orwell non è solo una metafora storicamente definita dello stalinismo e del nazismo, ma una riflessione più generale e amara sul “come” e il “perché” delle strategie vincenti (schiaccianti) di dominio politico sugli uomini. Ma anche una prefigurazione drammatica, chiaroveggente, dell’attuale “impero” omologante dei media e della “dipendenza” ossessiva dell’odierno consumo digitale. Tra i diversi enti occhiuti spicca il Ministero della Verità. Che oggi ci spia e vuole che facciamo quel che vuole lui: nessuna tregua, dovunque, comunque, in ogni caso, situazione, grazia e disgrazia (soprattutto). Sempre in modo indecente, inopportuno, invasivo (più che invadente),  comandando i cervelli. Specie quelli più plastici, in formazione, quelli dell’età evolutiva: al punto da anestetizzarli, intisichirli, rendendoli proni alla mentalità convergente (= alternativa vero/falso): astratta da ogni stratificazione, da ogni ragionamento, fatto di una serie di nozioni affastellate le une sulle altre senza nessun filo logico. Format piatti i cervelli dei nostri figli, bombardati a livello subliminale in ossequio all’obbligo, imperativo categorico di una temperie assurda, del marketing, della griffe (prodotto alla moda) da indossare a tutti i costi, pena l’esclusione dal gruppo. Epoca “blasfema” del pensiero non pensante (Cartesio lo definirebbe res extensa), perché il “cogito” dà fastidio a chi detiene le leve del comando, il cui deficit intellettivo è pari alla tracotanza.
Il Grande Fratello impone le sue regole a chi supinamente le subisce: ma, a ben riflettere, siamo tutti a subirlo, intelligenti o “super” che ci si voglia definire. Perché, piaccia o no, in una società bisogna starci, ci sono regole che ne scongiurano la dissoluzione, che potrebbe essere  ancor più perniciosa (ubi societas, ibi ius). E a infrangere le dette regole si rischia, la espressione “la giustizia è  uguale per tutti”  essendo stata, sin dalla democrazia ateniese, un vuoto proclama. Nei santuari che guardano a Ponente, Uno Solo vuol comandare, il principio del Non Bene, l’Angelo Decaduto che raccoglie sempre più adepti, genuflessi al suo piede caprino.
* giudice

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti