«Diagnostica c’è solo due giorni a settimana. Inaccettabile»

AMANDOLA - Il presidente del Comitato per la tutela della salute nei Sibillini Luisa Di Venanzi: «Auspichiamo che la Ast di Fermo provveda a colmare tale lacuna, riportando in sede un medico radiologo o che, la stessa, provveda, con rotazione di un certo numero di medici radiologi a sua disposizione, a garantire la pienezza di questo servizio, dovuto alla comunità dei Sibillini, nel secondo ospedale del territorio fermano»

L’ospedale dei Sibillini “Beato Antonio di Amandola (foto dall’Ast di Fermo)

«Il Comitato per la tutela della salute nei Sibillini evidenzia una vistosa carenza, riscontrata nell’Ospedale dei Sibillini Beato Antonio di Amandola. Tale carenza, pur essendo un fattore tecnico, risulta molto grave ai fini di una regolare erogazione di referti al pubblico, che ne sta risentendo in termini di tempestività diagnostica». A dirlo il presidente del Comitato per la tutela della salute nei Sibillini Luisa Di Venanzi.

«In attesa del completamento dell’allestimento dei servizi essenziali – prosegue Venanzi -, previsti dal Piano Socio Sanitario regionale, si nota una inspiegabile riduzione del sevizio di refertazione diagnostica a soli due giorni alla settimana. Cosa assolutamente inaccettabile per un servizio pubblico sanitario, che naturalmente dovrebbe essere h 24, sette giorni su sette. Pertanto auspichiamo che la Ast di Fermo provveda a colmare tale lacuna, riportando in sede amandolese un medico radiologo o che, la stessa, provveda, con rotazione di un certo numero di medici radiologi a sua disposizione, a garantire la pienezza di questo servizio, dovuto alla comunità dei Sibillini, nel secondo ospedale del territorio fermano. Non chiediamo la luna, ma che almeno siano soddisfacenti i pochi servizi attualmente in essere».


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