Fabrizio Cesetti
di Sandro Renzi
«Io in pensione? Non ne ho alcuna intenzione e vado avanti». Scherza il rieletto Fabrizio Cesetti (Pd), forte delle 4.141 preferenze incassate alle urne, 114 in più rispetto alla passata tornata elettorale. Tornerà a fare su e giù per Ancona per la terza volta, sedendo tra i banchi dell’opposizione in Consiglio regionale per i prossimi cinque anni. A meno di 24 ore dallo spoglio delle schede e dalla riconferma di Acquaroli e del centrodestra alla guida delle Marche, Cesetti sembra già voler scaldare i motori. Lui, politico di lungo corso, ha già in serbo le prime proposte da presentare. Sono le stesse che ha annunciato in campagna elettorale e che toccano questioni vitali per il territorio, dalla sanità all’economia passando ovviamente per le infrastrutture. «Un risultato straordinario quello che ho ottenuto –rimarca l’esponente dem- lo confermano i dati. Nonostante siano andati a votare il 9% in meno degli elettori nella nostra provincia, sono riuscito ad incrementare i consensi, entrando in Consiglio con un quoziente pieno».
E alla domanda se ritenga inaspettato questo risultato alla vigilia del voto, appare ugualmente sicuro. «Non è stato inaspettato ma straordinario sì – dice Cesetti – basti pensare che nel Pesarese è stato eletto solo un rappresentante del Pd ed io ho combattuto con avversari di peso come Calcinaro e Trasatti a Fermo, o la Lega e l’Amministrazione comunale a Montegiorgio. Peraltro la lista di Cesetti “pescava” anche nel mio elettorato». E poi i colleghi di partito che non si sono certo adagiati sugli allori. «Anzi si sono battuti con onore e forza – spiega – hanno fatto un risultato importante anche loro e li ringrazio se il partito in diversi Comuni è sopra a FdI». Così a Porto San Giorgio piuttosto che a Campofilone o Magliano di Tenna, per citarne alcuni in cui il Pd ha superato il partito della Meloni.
Cesetti, come detto, è pronto subito a ripartire rispolverando quei provvedimenti già depositati in Assemblea e «garantendo un’opposizione costruttiva, come so fare io, e la trasformazione degli impegni assunti in atti concreti. Sarà dunque un’opposizione ferma di certo non ideologica né preconcetta per ricomporre le evidenti fratture e disuguaglianze sociali, territoriali e economiche. La priorità sarà garantire quel diritto alla salute, oggi negato, a un marchigiano su dieci, che non trovando risposte nel sistema sanitario pubblico e non potendo ricorrere alle strutture private, rinunci a curarsi» . Non ripercorre le settimane piuttosto pesanti, per usare un eufemismo, che hanno anticipato la conferma della sua ricandidatura la scorsa estate, tra dibattiti e scontri interni al partito, ma si limita a dire che in questa tornata «ho combattuto contro tutti».
Nel breve periodo ci sono anche le elezioni a Fermo. E qui si entra nella sfera più squisitamente politica. Cesetti chissà se si limiterà a guardare da lontano quello accadrà nel capoluogo fermano. «Della politica non possiamo fare a meno ma c’è anche da dire che la politica non può fare a meno di noi» si limita ad affermare ancora, lasciando aperto il campo a qualsiasi interpretazione. Quello che invece è certo è il suo impegno per dare vita ad una scuola di formazione politica. «Girando per i Comuni mi sono accorto che manca chi sappia fare opposizione, ci sono problemi per creare una lista. Ebbene credo sia necessaria una scuola che formi la nuova classe dirigente. Ed è il mio prossimo obiettivo». Ringrazia infine chi ha creduto in lui a partire da Matteo Ricci fino Luca Piermartiri «che ha dato prova di vera maturità politica, di imparzialità ed estrema correttezza nella gestione di tutta la fase elettorale» ricorda, passando per Francesco Giacinti. E saluta congratulandosi sia con il sindaco di Fermo che che il rieletto presidente Acquaroli.
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