Cna, diminuire la pressione fiscale. Tomassini: «Metà dell’anno si lavora per le tasse» Fermo 15esima in Italia per tax rate

FERMO - Presentati questa mattina i risultati di “Comune che vai, fisco che trovi" l'indagine annuale condotta dalla Cna che analizza la pressione fiscale totale sui diversi Comuni italiani, nel dettaglio di 114 capoluoghi di provincia: Fermo risulta al 15esimo posto con il 50,5& di pressione fiscale. Metà anno si lavora per pagare le tasse dello Stato: dal 2 luglio si lavora per consumi personali. Tra le proposte un Fondo Taglia Tasse per abbassare la pressione del 3,1%. Andrea Caranfa: «Ci aspettiamo delle risposte dalla riduzione della pressione fiscale insieme alla Zes per ridurre il gap rispetto alle regioni del nord»

Sono stati presentati questa mattina, presso l’Auditorium di via Donizetti, i dati provinciali relativi all’Osservatorio sul Fisco realizzato da Cna Nazionale. Si chiama “Comune che vai, fisco che trovi” l’indagine annuale condotta dalla Cna che analizza la pressione fiscale totale sui diversi Comuni italiani, nel dettaglio 114 capoluoghi di provincia. Vengono analizzati i Total Tax Rate, che misurano il carico fiscale complessivo su un’impresa in un dato Comune, e il Tax Free Day ovvero il giorno dell’anno in cui un’impresa “smette di lavorare per il fisco”, calcolato in base al total tax rate. A presentare i dati raccolti, in video collegamento, Claudio Carpentieri, Responsabile Politiche fiscali e societarie Cna Nazionale. «E’ una ricerca nata dalla necessità di individuare un indicatore che indicasse, appunto, il tempo necessario alle imprese per pagare il fisco. Per farlo è stato usato il medesimo format di banca mondiale, prendendo un’impresa e le sue caratteristiche per calcolare la tassazione dovuta nei 114 capoluogo di provincia ed in altre 40 realtà. Ne è venuto fuori lo specchio e la variabilità del territorio. Bolzano ha la migliore, una tax rate con il 46% mentre Agrigento è in ultima posizione con il 57,4% con un differenziale di ben 11 punti».

Il Focus è chiaramente sulle Marche. «Fermo è in quindicesima posizione (migliore delle Marche, ndr) con una tax rate del 50,4% molto inferiore al 53% della media nazionale. Questo significa che l’imprenditore lavora per pagare il fisco dal primo gennaio al 2 luglio, quindi più di metà anno». Proprio in tal senso Cna ha presentato una serie di analisi e proposte. Tra queste la principali è la creazione di un fondo “taglia tasse” che serva per ristabilire equità nel prelievo delle imprese soggette all’Irpef equiparando le detrazioni fiscali sui redditi dei lavori; questo andrebbe finanziato con maggiori entrate provenienti dal contrasto all’evasione fiscale e con minori uscite provenienti dalla razionalizzazione della spesa pubblica e dalla revisione della tax expenditure. Il tutto, secondo le previsioni, andrebbe a determinare una diminuzione del 3,1% della pressione fiscale e quindi un risparmio, nella proiezione utilizzata per lo studio di Cna, di 1.567 euro.

Nello specifico della situazione è entrato il Presidente di Cna Fermo Emiliano Tomassini. «L’obiettivo di questo studio è capire bene che la situazione attuale non è delle migliori. Basta vedere il caso di Fermo per rendersi conto che la metà dell’utile dell’azienda va allo Stato, situazione che si appesantisce ulteriormente con l’elevata inflazione e il conseguente impoverimento del potere di acquisto. Serve portare avanti una discussione per abbattere le tasse che l’imprenditore deve pagare ma anche per creare strumenti giusti utili ad individuare un welfare aziendale e dare magari liquidità ai dipendenti perché entrambi devono guadagnare. L’obiettivo resta quello di fare studi e proposte per migliorare la condizione attuale, occorre un passo avanti a livello provinciale e nazionale altrimenti si rischia di chiudere e mettere per strada imprese e famiglie. La provincia di Fermo è composta da piccole aziende e automaticamente è coinvolta in questa discussione per sburocratizzare e dare soldi ad imprenditori da utilizzare come strumenti per fare in modo che ci sia un’economia di scala. Noi senza dipendenti non facciamo nulla e i dipendenti senza di noi non fanno nulla: serve proprio questo cambio di mentalità. Il Fermano regge seppur con mille difficoltà, resiste con lo zoccolo duro. Siamo sicuri che un imprenditore importante che dà lavoro al territorio abbia il ricambio con il figlio? Servono in tal senso mutualità fiscale sul cambiamento aziendale e regime fiscale agevolato per i primi anni. Iniziamo a ragionare perché ci sono delle proposte per recuperare il gap».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Andrea Caranfa, direttore generale Cna Fermo. «Ci aspettiamo delle risposte dalla riduzione della pressione fiscale insieme alla Zes per ridurre il gap rispetto alle regioni del Nord. L’augurio è quello di favorire in qualsiasi modo anche il ricambio generazionale e dunque permettere alle imprese di continuare a vivere. Occorre arrivare ad un livello uniforme di tassazione, creare un introito maggiore all’impresa per fare in modo che ci sia da immettere liquidità in circolo. Sono proposte da mettere nel contenitore Zes ma localmente si potrebbe andare ad agire su addizionali locali come la Tari, magari allineandola tra i singoli Comuni che, da soli, non possono invertire la tendenza. Bisogna mettere un mattoncino alla volta per trovare una quadra. Ad esempio il campione utilizzato per la ricerca non è perfettamente rappresentativo della nostra realtà locale che ha una vocazione terzista e commerciale. La 15esima posizione nella graduatoria per Fermo va analizzata nello specifico di una realtà che vive di manifatturiero e in quell’ottica va rivista».


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