Post voto, l’analisi di Loira: «Il campo largo ha fallito. Cesetti? Rinnovi il Pd provinciale»

PORTO SAN GIORGIO - Metabolizzato l'esito del voto per le regionali, l'ex sindaco di Porto San Giorgio, Nicola Loira, forte delle 2485 preferenze ottenute, in gran parte, nella sua città, torna a parlare di politica, di Pd, di centrodestra.

Nicola Loira

di Sandro Renzi

Metabolizzato l’esito del voto per le regionali, l’ex sindaco di Porto San Giorgio, Nicola Loira, forte delle 2485 preferenze ottenute, in gran parte, nella sua città, torna a parlare di politica, di Pd, di centrodestra.

Per cominciare Loira qual è il bilancio di questa breve campagna elettorale che l’ha vista candidato per il Pd all’Assemblea legislativa?

«Non può essere che un bilancio positivo poiché ho sperimentato un’esperienza nuova nella perfetta consapevolezza di poter aver un buon riscontro a Porto San Giorgio, dove sono conosciuto, e nelle città più grandi, meno dove non lo ero, sapendo peraltro di non avere il partito dalla mia parte. Nell’entroterra, ad esempio, tanto il Pd quanto gli amministratori avevano come punto di riferimento Cesetti. Tuttavia ho potuto conoscere gente nuova, tanti giovani, che si sono messi a disposizione con entusiasmo e che ringrazio, a supporto della mia candidatura».

Quanto ha pesato, anche in negativo, girare ad agosto per fare campagna elettorale?

«E’ stata una campagna elettorale strana, in piena estate, a dire il vero facevo fatica a muovermi in contesti che non erano quelli tradizionali, come ad esempio feste o sagre».

Cosa le rimane di questa esperienza?

«La cosa bella è l’entusiasmo che si è creato intorno alla mia persona, spontaneamente, anche fuori Comune. Ed ho sentito il peso di questa rappresentanza alleggerito dalle persone che mi sono state vicine».

Come fare tesoro ora di questi consensi?

«La mia candidatura si inseriva in un percorso politico naturale e se vogliamo logico che aveva come obiettivo avviare il rinnovamento ed il cambiamento all’interno della compagine di partito, processo che poteva partire se avessi vinto. Il grande risultato ottenuto a Porto San Giorgio è stato confortante, un attestato di stima dei sangiorgesi, nonostante le denigrazioni di cui questa Amministrazione si sta nutrendo nei miei confronti».

Attestato di stima che potrebbe avere un risvolto in chiave amministrativa tra due anni? Ovvero, ipotesi Loira ter?

«La mia candidatura alle regionali non ha secondi scopi. Per una persona come la Cola, nuova alla politica, si possono aprire senz’altro scenari diversi. Personalmente ho già dato e, almeno per ora, non penso ad una ricandidatura a sindaco».

Perché il centrosinistra ha perso nelle Marche?

«L’Amministrazione regionale si è fatta calare addosso l’immagine del Governo, tant’è che Acquaroli ha promosso la sua di immagine ancorandola a quella della Meloni. In questi anni hanno distribuito risorse come mai avvenuto in passato grazie soprattutto al Pnrr. E poi c’è un radicamento del centrodestra che non va sottovalutato. Riscontro invece un fallimento del campo largo che non è riproponibile tout court  ovunque; è prevalsa la critica alla proposta e l’elettorato del centrosinistra è sempre più disilluso. L’astensionismo è alimentato proprio dai nostri elettori che non si riconoscono nella proposta del Pd e non ci sono leadership in gradi di incarnarne i principi».

Da dove deve ripartire il centrosinistra, quindi?

«Dall’autocritica e da una analisi anche spietata dei dati che sono usciti dalle urne. Il partito e Ricci hanno scelto la continuità puntando su Cesetti. Ora Ricci ha deciso di restare fuori dalla politica regionale. Mi auguro che Cesetti sappia avviare il necessario rinnovamento del Pd anche a livello provinciale, un partito che ha perso tutto quello che poteva perdere. C’è bisogno di riflessione e capacità di critica molto alta. Abbiamo davanti anni difficili, pure per il Pd provinciale, non abbiamo saputo rappresentare la società oltre il perimetro tradizionale. Questo parte politica deve tornare ad avere nel Pd il suo motore».

Il primo appuntamento sono le elezioni comunali a Fermo

«Da qui dobbiamo ripartire, dal capoluogo, dove la caduta della giunta Brambatti, ha determinato una spaccatura nel centrosinistra ed una crisi da cui non si è più usciti. Il Pd deve tornare ad essere punto di riferimento».

Capoluogo che però ha premiato il suo sindaco Paolo Calcinaro, prossimo assessore di una giunta di centrodestra

«Calcinaro ha fatto il suo, un lavoro straordinario. A Porto San Giorgio ha preso più voti che altrove fagocitando il centrodestra ed i candidati sangiorgesi di quella coalizione. A Porto San Giorgio ha ottenuto anche e, sottolineo, anche, questo risultato grazie ad un atteggiamento di subordinazione di questa Amministrazione guidata dal sindaco Vesprini, che ha finito per danneggiare i candidati di centrodestra. Tutto questo non può essere giustificato con la collaborazione tra i due Comuni che non esiste. L’unica cosa fatta insieme, nella storia della democrazia, è il ponte sull’Ete quando era sindaco. I voti presi da Calcinaro non mi hanno sfiorato perché li ha sottratti al centrodestra».

Cosa augura alla nuova giunta Acquaroli?

«Adesso che le risorse stanno per finire, si potrà valutare la reale consistenza politica del suo mandato. Dovrà dunque esser capace di mettere in campo una progettualità di lungo respiro per le Marche, soprattutto nel campo della sanità. Dare segnali di cambiamento rispetto a quello che è stato fatto in questi cinque anni. E Calcinaro mi auguro riesca ad ottenere un maggiore equilibrio in termini di risorse, posti letto, dotazioni, professionalità, che nel fermano è mancato».

 



Articoli correlati


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti