Dalla Zes a infrastrutture e nuove tecnologie, Cesetti: «Tavolo regionale per un nuovo sviluppo delle Marche»

L'ANALISI del consigliere regionale Pd che spazia dalla Zona economica speciale all'A14, passando per l'Area di crisi complessa, imprese, occupazione e turismo

Fabrizio Cesetti

«Molto bene se si arriverà alla reale istituzione della Zes. Si istituisca il tavolo regionale per le politiche industriali e del lavoro. Sulle infrastrutture si riparta dai progetti previsti dagli accordi sulle Aree di Crisi Complesse e si avvii una politica di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio ambientale e paesaggistico per incentivare investimenti nel settore del turismo sostenibile». A dirlo è il consigliere regionale Pd, Fabrizio Cesetti, che questa mattina ha partecipato alla presentazione del rapporto sulla solidità economico finanziaria delle aziende del Fermano

«Ringrazio l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Fermo per aver messo a disposizione delle istituzioni e del territorio il secondo studio sulla solidità economico finanziaria delle aziende del Fermano, presentato questa mattina al Teatro comunale di Porto San Giorgio. Si tratta di uno strumento sicuramente utile, se non indispensabile, per comprendere lo stato di salute dell’economia fermana e aiutare, in particolare la politica, a mettere in campo le soluzioni ai problemi che attanagliano il nostro tessuto produttivo. Purtroppo – afferma Cesetti – la nostra regione, a partire dalle conseguenze prodotte dal crollo di Banca Marche e dal sisma del 2016, è stata declassata come regione in transizione. Lo stesso rapporto di Bankitalia, pubblicato lo scorso giugno, è lapidario sulle prospettive future della nostra economia e afferma senza mezzi termini che: “nel corso del 2024 l’attività economica delle Marche è rimasta debole e i suoi sviluppi si collocano in un quadro di medio termine caratterizzato da perduranti difficoltà”. E’ dunque chiaro che l’effettiva istituzione e piena operatività della Zona Economica Speciale rappresenti sempre più un’urgenza. Dopo anni di rifiuti e di disimpegno, ci troviamo di fronte a una promessa del governo nazionale, tradotta in un disegno di legge, inizialmente tanto vago quanto incerto, ma che sembra sia stato inserito oggi nel giusto binario nell’ambito dei lavori parlamentari, tanto da essere licenziato dalla competente commissione del Senato in sede deliberante. Quindi ora si lavori uniti maggioranza e opposizione, per far sì che il testo di legge venga quanto prima approvato in via definitiva con le risorse necessarie e si faccia in modo di estendere i benefici previsti a tutti i Comuni marchigiani, visto che quasi la metà ne sono per il momento esclusi. Per questi ultimi, si apra da subito un confronto con la Commissione europea e si predispongano nel frattempo misure alternative e compensative di sostegno a loro vantaggio».

«Allo stesso tempo – aggiunge il consigliere dem – occorre studiare un provvedimento ad hoc per la decontribuzione sul costo del lavoro. Anche su questo tema abbiamo visto nei mesi scorsi tanta propaganda e nessun fatto. Tuttavia, ritengo che la nuova giunta regionale non possa più ignorare il paradosso di vedere questa importante agevolazione fiscale applicata a una regione confinante come l’Abruzzo e non alle Marche: una situazione che sta penalizzando enormemente la nostra economia, poiché chi vuole investire trova più conveniente farlo in comuni ubicati poco oltre la linea del Tronto anziché nelle nostre province».

Ma Cesetti propone di mettere in cima all’agenda delle priorità anche il potenziamento infrastrutturale: «L’ultimo governo regionale di centrosinistra riconobbe al Fermano e a una parte del Maceratese l’Area di Crisi Complessa per il settore pelli-calzature. Su questa base e dopo un serrato confronto con il territorio, sottoscrivemmo un Accordo di programma con i Ministeri per lo Sviluppo economico e delle Infrastrutture, l’Anpal, Invitalia e le Province di Fermo e Macerata. Questo Accordo, nel quadro di un piano di riconversione industriale, individuava la realizzazione di opere urgenti e indifferibili di pubblica utilità quali il completamento della terza corsia della A14 da Porto Sant’Elpidio a Pedaso, anche per usufruire delle opportunità relative alle annesse opere compensative, la realizzazione della Mare-Monti, il completamento della Mezzina, la valliva dell’Ete Morto (Strada del Cappello), l’intervalliva Tolentino-San Severino Marche-Castelraimondo, oltre che il miglioramento degli standard di funzionalità e sicurezza della rete stradale delle province di Fermo e Macerata. Ecco, dato che poco o nulla è stato fatto negli ultimi cinque anni, credo che questo programma possa costituire un buon punto di partenza per la nuova giunta regionale, utile anche a costruire un rapporto di leale collaborazione con l’opposizione nell’interesse dei marchigiani».

«Infine – conclude Cesetti – ritengo che la Regione Marche debba guardare con più fiducia e maggiore coraggio alle nuove vie di sviluppo che potenzialmente possono costituire un volano di rilancio economico. Le imprese, come suggerisce il presidente di Confindustria Marche, Roberto Cardinali, devono essere sostenute con appositi bandi negli investimenti sull’innovazione, l’internazionalizzazione, le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale. Occorre ascoltare i suggerimenti volti all’istituzione di un tavolo regionale per le politiche industriali e del lavoro, necessario a costruire insieme un nuovo modello di sviluppo per le Marche che da un lato faccia crescere la competitività delle imprese e dall’altro apra nuove opportunità professionali, e soprattutto garantisca i lavoratori con salari adeguati, sicurezza del lavoro e nei luoghi di lavoro e benessere lavorativo. C’è poi un settore economico di grande potenzialità come il turismo che va coltivato. Si tratta di un tema tanto evocato quanto troppo spesso lasciato privo di un reale e concreto sostegno da parte del governo regionale. In questo senso, oltre agli aiuti economici, va pensata e realizzata una seria politica di tutela e valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico-culturale, che consenta di attrarre nei nostri territori investimenti duraturi per creare opportunità di fare impresa e buona occupazione».


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