Omicidio di Jeddi Osama, l’imputato patteggia: un anno e due mesi. Riconosciuto l’eccesso di legittima difesa

PORTO SANT'ELPIDIO - Ha patteggiato a un anno e due mesi, con sospensione della pena e 1.000 euro di multa il 35enne marocchino imputato per l'omicidio di Jeddi Osama, connazionale 23enne, davanti al gup del tribunale di Fermo Marcello Caporale. L'uomo era finito sotto processo a seguito della sanguinosa, e dal tragico epilogo, rissa avvenuta in piazza Garibaldi, a Porto Sant’Elpidio, il 30 maggio 2024.

di redazione CF

Ha patteggiato a un anno e due mesi, con sospensione della pena e 1.000 euro di multa il 35enne marocchino imputato per l’omicidio di Jeddi Osama, connazionale 23enne, davanti al gup del tribunale di Fermo Marcello Caporale. L’uomo era finito sotto processo a seguito della sanguinosa, e dal tragico epilogo, rissa avvenuta in piazza Garibaldi, a Porto Sant’Elpidio, il 30 maggio 2024.

A difendere il 35enne gli avvocati Savino Piattoni e Sara Talamonti. All’imputato erano stati contestati anche i reati di rissa aggravata, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, porto di oggetti atti ad offendere. Il capo d’accusa principale però, inizialmente formulato in omicidio preterintenzionale, è stato derubricato ad omicidio colposo per eccesso di legittima difesa. L’accusa, sostenuta dal procuratore Raffaele Iannella, ha riconosciuto di fatto che quella notte il 35enne, come sostenuto da dalla difesa, mentre si trovava fuori da un locale in piazza Garibaldi, sia stato aggredito dal gruppo di tre nordafricani, tra i quali il giovane Jeddi, residente a Sant’Elpidio a Mare. Secondo la ricostruzione dell’autorità giudiziaria, dopo le indagini condotte dalla Squadra Mobile della questura di Fermo, il 35enne avrebbe estratto il coltello ed iniziato a tirare dei fendenti nel tentativo di difendersi dal pestaggio. Due di questi hanno colpito Jeddi, una in uno maniera superficiale, l’altro più in profondità, all’altezza del gluteo. Poi la tragedia con il 23enne deceduto dopo poche ore.

Le coltellate, oltre ad uccidere Jeddi, avevano provocato delle lesioni agli altri due soggetti coinvolti, uno minorenne nel 2024, ferito in più punti ma in modo non grave, con una prognosi di 30 giorni, ed uno con prognosi di 15 giorni per una ferita al viso. Quest’ultimo, un 23enne egiziano era il secondo imputato nel processo, difeso dall’avvocato Giuliano Giordani e doveva rispondere del reato di rissa aggravata. Per lui c’era anche l’aggravante della recidiva. Anche per lui si è chiuso con un patteggiamento a 1.000 euro di multa. Nel processo si sono costituiti parte civile i familiari della vittima.

 

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