Porta numeri e cifre nel dettaglio, Remigio Ceroni, presidente della Steat (la Società di Trasporti Ete Aso Tenna) per rispondere alle polemiche degli ultimi tempi (su una difficoltà finanziaria della società, come dichiarato dai consiglieri provinciali di opposizione Manolo Bagalini e Riccardo Strappa, ndr) con una frase che diventa un messaggio ben diretto: la Steat è in salute. Chiaro il motivo della conferenza stampa da parte del presidente. «Abbiamo voluto rispondere a questi che sono chiaramente degli attacchi di natura politica, per difendere l’operato dell’intero Cda, per la Provincia di Fermo che è socio maggioritario e per tutti i nostri dipendenti impegnati quotidianamente a far crescere l’azienda. I cittadini possono dormire sonni tranquilli». Il suo discorso si avvale di slides e numeri che descrivono la situazione attuale e quella della sua gestione.
«Si punta ad oltre 16 milioni di euro di valore della produzione, ovvero tutte le entrate lorde della Steat. C’è un forte incremento di chilometri percorsi che arrivano a 4.500.000 nel 2025. Il costo del personale è di 6 milioni di euro, di cui 850mila euro di salari accessori (gite, linea per Roma e straordinari, ndr) che vanno a beneficio di chi lavora. Rispetto al 2022 abbiamo 44 dipendenti in più e attualmente ne sono 143: la Steat assume e dunque credo che in un momento come questo sia un bene per l’economia del territorio. In questi anni abbiamo anche investito per mettere a disposizione mezzi moderni, comodi, sicuri e meno inquinanti. Continueremo ad investire nel 2026-2027 con 6.266.986 euro in larga parte usati per i mezzi: nel 2026 arriveranno anche i primi elettrici. Ne sono stati acquistati 64 in questa gestione e 19 arriveranno nel prossimo biennio ’26-’27».
Un lavoro che Ceroni sottolinea è anche quello in merito al debito trovato, su cui si è lavorato molto: «Al nostro arrivo abbiamo trovato un debito da 9.708.788 cresciuto anche per aumento dei tassi. Ne abbiamo rimborsati 5.724.147 mila di cui 742.798 di interessi pagati sul debito: alla fine arriveremo quasi ad un milione di interessi e il debito residuo è di 4.296.000 euro»
Altra voce a cui Ceroni tiene molto è il collegamento con Roma: «Siamo quest’anno attualmente a 51.358 biglietti e puntiamo arriva a 60mila. Il progetto prevede perdita il primo anno, necessaria per l’avviamento, pareggio al secondo e utile dal terzo anno. Diciamo che a luglio e agosto le entrate hanno pareggiato le uscite ma poi è chiaro che il traffico è molto periodico. Il trend sembra stabilizzarsi sui 5mila mensili e su questo dovremo calibrarci. Invece di tutti i giorni sei corse, toglieremo una corsa nell’infrasettimanale. Riteniamo questo un investimento e stiamo facendo esperienza. A Roma nel mese di novembre, e a titolo sperimentale, stiamo provando a viaggiare con un solo autista, tutto assolutamente in regola nelle ore di guida concesse secondo la legge europea. Abbiamo ridotto anche l’età media del parco mezzi di 8 anni, partendo dal dismettere euro 2 ed euro 3. Puntiamo molto su mezzi di usato recente, non semplice da reperire, in relazione ai chilometri per i quali sono destinati. Tutto è opinabile ma, guardando la tabella, in quattro anni sono stati rimborsati 5,7 milioni di euro di debito, 10 milioni di investimenti grazie al contributo per 60% della Regione Marche, 4 milioni investimenti pagati da noi. Dalla cassa abbiamo dunque prelevato 9,4 milioni di euro che arrivano dal cash operativo a tutti gli effetti. La richiesta di dimissioni? Decide il presidente Ortenzi e il consiglio provinciale. E’ pero sconcertante contestare una gestione che aumenta investimenti, paga debiti e mette nuovi servizi. Tutto fa capo ad un progetto ben chiaro che poi si protrarrà immagino fino alle prossime elezioni comunali di Fermo, mi sembra ben chiaro».
A sostegno del presidente Ceroni, l’intervento del consigliere Maurizio Laurenzi: «L’attacco politico ci sta. Ma qui si va oltre e non ci sta bene. I dati sono veri e reali: giusto dare i reali riscontri e le informazioni. Considero pesante tutta la polemica. Questa è una società che non ha scopo di lucro, ricordiamolo. Se si arriva anche ad un pareggio e a buoni servizi, siamo a posto ma qui si fanno anche utili. Su Roma diamo servizio a quasi 60mila persone. Le strategie aziendali lo decidiamo noi, considerando tutte le esigenze».
La parola inevitabilmente è passata poi al Presidente della Provincia Michele Ortenzi il quale non ha affatto dubbi sulla gestione attuale: «Ho convocato il presidente a fine settembre, seguendo le richieste della minoranza e la linea tendenziale proposta era quella presentata qui. Dal punto di vista del bilancio non ci sono grossi rilievi come evidenziato dall’opposizione. A fine anno il bilancio sarà presentato come sempre avviene. Ritengo che l’azienda sia assolutamente sana con un lavoro forte e meritorio in questi anni, al servizio della provincia di Fermo. Condivido il pensiero del consigliere Laurenzi. La Steat non deve guadagnare ma dare servizi al territorio e se come quello per Roma presenterà al 2025 un passivo che può essere sostenuto dal bilancio, con ovvi correttivi, per me è positivo comunque. Un servizio che prima non c’era e che dai riscontri ha trovato gradimento dell’utenza. Poi come avviene negli enti, quando si imbocca una strada nuova si andranno a correggere le situazioni magari sul numero delle corse: si guarda al dettaglio ma si perde di vista la prospettiva di aver dato un servizio nuovo. Sul tavolo ci sono anche la nuova sede Steat, siglati accordi sindacali migliorativi su richiesta del sindacato, aumenta l’occupazione: poi vedremo nero su bianco il bilancio e tutti vedranno i numeri. Mi resta difficile capire cosa è possibile chiedere di più».
Roberto Cruciani
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